coltori in genere si chiamano berettoni perchè indossano ancora, almeno ai miei tempi indossavano, l'antico costume nazionale di cui fa parte un lungo berrettone nero ricadente sulle spalle. Neil'abbandonare il loro costume i sardi rinunziano sempre con speciale dispiacere al berrettone che suole ostinatamente sopravvivere a tutti gli altri capi di vestiario. E come il fez per i turchi, che rimane inesorabile anche col soprabito, il gilè e i pantaloni europei.
I sardi sono in generale piuttosto piccoli di statura, ma a Sassari, e più ancora nei dintorni, si incontrano spesso bei pezzi d'uomini con bibliche barbe nere, dallo sguardo fiero, dall'aria maestosa. Fa, in certo modo, parte del costume il fucile in spalla. Dicono che un vero sardo nasce a cavallo e col fucile in spalla. I sardi sono cavalcatori insuperabili, e sono forse vinti solo dagli arabi. Io ho visto più volte, nelle corse dei cavalli, dei ragazzi che cavalcavano a bisdosso tenendosi afferrati alla criniera. E poiché avevano così tutte e due le mani occupate, sferzavano il cavallo con la testa, arrovesciandosi all' indietro fino a poter picchiare fortemente con essa la groppa dell'animale.
Ci sono dei delinquenti che riescono a procurarsi l'alibi appunto con questa loro abilità nel cavalcare. In Sardegna s'incontrano di tanto in tanto, nelle vastè e desolate praterie, dei recinti dove pascolano i cavalli. Compiuto il delitto, l'assassino afferra il primo cavallo che trova, e via come una saetta per piani, fossi e burroni. Il cavallo finalmente minaccia di cadere prostrato, ma prima che questo avvenga, ecco un altro recinto, ecco un altro cavallo, e via di nuovo con forze rinnovate. E così cambiando cavallo più e più volte, e sempre in corsa sfrenata, il colpevole può in tempo brevissimo percorrere un