numero incredibile di chilometri e presentarsi con faccia fresca e con aria indifferente in lontanissimi paesi.
   A proposito del cavalcare, nei primi giorni della mia dimora in Sardegna, io notavo con viva curiosità l'uso dei contadini di viaggiare, marito, moglie e figlioletto, tutti insieme su di un solo cavallo. L'uomo teneva il posto davanti e dirigeva la bestia, dietro di lui era seduta la moglie e si teneva ferma circondandogli la vita col braccio : sulle ginocchia della donna era seduto il bambino, che spesso era lattante, e la madre lo sosteneva con l'altro braccio.
   Oltre ad essere eccellenti ed arditi cavalcatori, i sardi sono tiratori infallibili. Un tale, dopo di essersi imbrogliato in affari di donna, volendo salvarsi la pelle, e fuggire dalla Sardegna, si faceva accompagnare fino al posto della diligenza da due suoi amici. Egli era nel mezzo, e lì nel mezzo fu ucciso da una fucilata venuta non si sa di dove. Una volta in un processo un testimone deponeva contro un bandito, affermando che questi aveva tentato di ucciderlo con un colpo di fucile. — Se io ti avessi tirato — rispose il bandito a sua difesa — tu non saresti costì.
   Il sardo, specialmente nelle campagne, ritiene ancor molto della selvaggia fierezza medioevale. Non so ora, ma quando io era nell'isola, ossia più di vent'anni fa, si manteneva ancor molto vivo il .sentimento della vendetta, e si estendeva non soltanto contro l'offensore, ma, se era necessario, contro tutti i parenti di lui, anche bambini, anche vecchi. Il sentimento della vendetta era trasmesso di padre in figlio come una eredità saera e necessaria. La moglie conservava al pari di una reliquia la camicia insanguinata del marito trucidato e la mostrava ogni tanto all' inconscio figlioletto : — Vedi questa carni-