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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
e allegra cittadina catalana e vi si parla infatti una varietà del dialetto catalano. Gli abitanti hanno un'aria un po'diversa dagli altri sardi, e un non so che di più civile e di più mite. Mi mostrarono una finestra da cui si affacciò una volta Carlo V in una sua visita ad Alghero e alzando il braccio imperioso disse, rivolto al popolo prostrato al suo cospetto: Sois todos cabùlleros.... (siate tutti cavalieri). Queste parole le disse a voce alta; ma voltandosi subito verso un gran personaggio del suo seguito, soggiunse a bassa voce: Sin espada y sin moneda (senza spada e senza quattrini). Alghero ha un bagno o casa penale importante. Avendo in trattoria fatta conoscenza d'un impiegato di esso, questi ci portò a visitarlo. Mi ricordo d'un ampio cortile nel quale sorgevano qua e là piccole casette e botteghe dove i condannati lavoravano. In una di queste c'erano i fabbri: al momento del nostro arrivo, sospesero il lavoro e si levarono il berretto da forzati. Confesso che allo scorgere quelle braccia nerborute e pelose armate di martello, e al vedermi fissare dagli occhi truci di quei condannati a vita, non mi sentivo del tutto sicuro. Chi sa! tanto per levarsi un gusto. Un omicidio di più o uno di meno, per un condannato all'ergastolo, che importa? In un'altra casetta c'era un pittore, per modo di dire, che era stato prete. Egli aveva fatto in casa propria una vera carneficina : aveva ammazzato la madre, la sorella, il fratello, e credo anche il padre; ma aveva la faccia e la voce, come non di rado accade nei delinquenti feroci, di una mitezza veramente angelica. Dipingeva marine vivamente azzurre, memore forse dell'azzurro dei cieli a cui era abituato.
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