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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
ebbero finito di rubare, di percuotere e ingiuriare, i .banditi lo lasciarono in camicia nel bel mezzo della via. Il colonnello per questo fatto fu obbligato a chiedere il riposo, mentre era persona ancora valida e si trovava sul punto d'esser promosso generale. Questo fresco ricordo non era incoraggiante specialmente per chi avesse dovuto percorrere la via in diligenza. Noi preferimmo una carrozza libera presa per conto nostro: era più sicura perchè non sarebbe passata ad ora fissa. Ma se evitammo una grassazione, non potemmo sfuggire a un altro grave e molto noioso tormento. Eravamo a pochi chilometri da Macomer, quando a un certo punto la carrozza si fermò. Il cavallo piantò i quattro piedi a terra come il cavallo di Garibaldi al Gianicolo, e non c'era verso che si volesse più muovere. Io non ho mai visto un'ostinazione così bestialmente bestiale. E noi ci trovavamo così soli in mezzo alla via e non si poteva andare avanti. U cocchiere già pensava di accendere il fuoco sotto quella pancia immobile del cavallo, quando venne a passare un carro da campagna tirato da buoi. Il cocchiere ebbe un lampo di genio. Pregò il contadino che volesse far rimorchiare dal suo carro il nostro cavallo e la carrozza. Fu attaccato il cavallo al carro, e quel vigliacco cominciò, allora, subito a camminare. Si andò avanti un bel pezzo tra le risa e la meraviglia dei rari passanti. Ma finalmente si arrivò al punto dove il contadino doveva prendere una traversa. Il carro fu staccato e noi rimanemmo di nuovo piantati in mezzo alla via senza poterci muovere. Restammo così un' altra volta, soli e disperati, per più di un'ora. Passò un altro carro come il primo e noi ci facemmo di nuovo rimorchiare; e questo lavoro si rinnovò, mi pare, per altre volte ancora. In una di queste dolorose fermate ci trovammo presso un'aia dove
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