Ma le cose non finirono qui. L'anno dopo, agli esami di licenza, io ero al mio posto ordinario, ossia a Sassari. All' appello dei candidati, vidi con un po'di maraviglia che tra essi c'era la famigerata barba di Cagliari. La sera rivedevamo in commissione i lavori. A un tratto i colleghi mi videro balzare sulla sedia, sbarrare gli occhi e fare i più violenti gesti di maraviglia. Nessuno poteva spiegarsi quell'improvvisa novità. Che era mai successo? Avendo preso in mano il lavoro del mio antico candidato di Cagliari, prima ancora di cominciare a leggere ad alta voce, l'occhio mi era andato ai primi righi ed aveva visto:
« D duecento è padre del trecento.....» Non c'era
voluto altro: capii subito che egli aveva avuto la faccia di ripresentare a Sassari lo stesso svolgimento per cui s'era guadagnato uno zero a Cagliari, e àllo stesso professore d'italiano. Non so se avesse imparato a memoria quello svolgimento, ma certo doveva avere una gran fiducia nelle verità che egli vi affermava e doveva esser sicuro che, ripetendo ostinatamente la prova, il vero avrebbe finito per trionfare e farsi strada.
Cagliari è più grande e più bella di Sassari, e avendo il vantaggio di svolgersi pittorescamente in riva a un mare vario, con molti piccoli golfi e insenature, offre allo sguardo magnifici e splendidi panorami. In .certi punti essa prende l'aspetto d'una vera città grande. Ma nell' insieme ha qualche cosa di più orientale e di più arabo di Sassari, la quale ritrae assai più del continente europeo, e specialmente dei genovesi, da cui i sassaresi derivano. Anche le abitudini sassaresi sono più sciolte di quelle dei cagliaritani. E ne ebbi una prova per conto mio un giorno che, essendo un po'indisposto di salute, avevo bisogno di farmi comprare del ghiaccio. Stavo in camera mobiliata e pregai la donna di casa di farmi