Cap. IX - Condizione municipale di Teramo nel periodo vescovile. 85
città e su tre miglia ali' ingiro (i) ed esiste pure un altro atto di quell'imperatore che concede al vescovo di Lodi la città con un territorio dell' estensione di sette miglia e quindi con l'esenzione dal bando del conte per tutto quello spazio (2). Recentemente le cronache di Orvieto, pubblicate dal Gamurrini (3), ci ammaestrano che nell'anno 1209 il vescovo di Clihisi, dopo avere sottoposta questa città al comune di Orvieto, gli presentò un privilegio di Ottone (forse il I), e quindi del secolo x « qualiter, dice il cro-« nista, ipse concessit civitatem Clusinain Episcopo clusino ». Altri vescovi poi giunsero ad estendere la loro giurisdizione sull' intero contado (4) : e, per citare un esempio a noi vicino, accenneremo ai vescovi di Ascoli, i quali, però non prima del secolo xn, come conti della loro città, piatirono lungamente coi conti aprutini, laici, sul possesso di Colonnella, di S. Egidio, di Faraone che finirono per restare nella contea aprutina, come sono tuttora* nel territorio teramano (5) : ora se i vescovi di Ascoli estendevano i loro possessi fino ai confini della nostra contea, è uopo credere che essi, almeno nel secolo xu, erano signori dèli' intero contado ascolano. In tal secolo del resto era tanto estesa in Italia la potenza dei vescovi che al trattato di Costanza (1183) le città vi appaiono distinte in episcopali e non episcopali (6). Lo Hegel (7) intanto avverte che i vescovi nel Friuli, nella Toscana e anche nella Marca di Ancona non godevano la stessa potenza di quelli di Lombardia, perché ivi i margravi! si serbarono potentissimi fino al secolo xi e alcuni di questi anche più a lungo; e difatti abbiamo visto or ora in Ascoli i vescovi apparir conti nel secolo xn (8). « I vescovi, conclude lo « Hegel, in quella età di anarchia e di mali di ogni sorta, ci ap-« paiono bene spesso come i veri pastori e i rappresentanti dei « popoli, i quali perciò si assoggettano volentieri al loro patrocinio « allorquando i principi li abilitano all'esercizio del diritto formale. « Ma a poco a poco, tramutatasi la protezione in impero, quella
(1) UGHELLI, Italia sacra, II, p. 187.
(2) UGHELLI, op. cit., IV, p. 660.
(i) GAMURRINI, nell'Arch. star. Hai., an. 1889, disp. I, p. 49.
(4) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., cap. n, § 3.
(5) PALMA, op. cit., voi. I, p. 158.
(6) PERTZ, Monttm. Germ. histor, IV, p. 176.
(7) HEGEL, op. cit., p. 397.
(8) V. Luzi, Compendio della Storia ascolana, Ascoli Piceno, 1889, p. 83; ove si narra che l'ultimo conte di Ascoli Odmondo cedette il governo civile al vescovo di Ascoli Emmone, che ne ottenne poi conferma da papa Sergio IV nel 1005.
o o Parte III - II comune teramano nel!' évo medio.