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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   « reciproca confidenza e quella buona armonia disparve dovunque « il vantaggio e l'interesse comune non le tennero più a lungo « in vita » (i).
   2. Ma diciamo ora dell'esercizio della potestà dei vescovi e per far ciò fermiamoci un po' sugli ufficiali da loro dipendenti. Tra questi i più notevoli erano 1' qdvocatns, il vicedominus, il missili ; e di tutti e tre abbiamo tra noi memoria, come vedremo nei paragrafi successivi. È utilissimo il trattarne, giacché le notizie loro ci giovano a conoscere le relazioni del vescovo coi cittadini, delle quali terremo speciale discorso nel seguente paragrafo, e perciò anche il modo, onde l'autorità passò dal vescovo al popolo. L'advo-catits, il più importante, era, per legge dei capitolari carolingi, il patrocinatore ne' regii giudizi! dei diritti del vescovo e de' costui sudditi e giudici sopra questi secondo il diritto regio e più tardi anche secondo quello popolare (2). Il vicedominus, per lo più chierico, era l'amministratore dei beni ecclesiastici, e come tale appare nei giudizi! (3). Il missus vescovile era il delegato del vescovo e talvolta ne' giudizi! avea la qualità di messo imperiale e spesso era il vicedomino che ciò faceva. Così a Parma nel secolo ix veg-giamo il messo vescovile applicare il duello alle decisioni giudiziali, appunto come un messo imperiale (4). Lo Handloike (5) poi divide logicamente gli uffiziali vescovili in tre serie : quelli economici (ga-staldi, decani), di cui non è parola tra noi, quelli amministrativi (vicedominus, cancellarius, scriniarius') e quelli giudiziari (advocatus),
   3. Passiamo ora alle relazioni che esistevano fra il vescovo e il futuro libero comune e le quali man mano si andavano stringendo, finché si determinò il passaggio della pubblica autorità dalle mani vescovili a quelle popolari. Quindi bene osserva il Bethmann-Hollweg che le relazioni del vescovo verso la cittadinanza si alterarono essenzialmente allorché questa si elevò a libero comune: appena esso, mercé il conferimento della giurisdizione comitale, divenne signore della città, tal giogo, per quanto dolce si fosse, fu a poco a poco scosso dal comune che si sentiva sempre più la forza di uscir di pupillo (6). E ciò prova quello
   (1) HEGEL, op. cit., p. 408.
   (2) BETHMANX-HOLLWEG, op. cit., p. 118.
   (3) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., p. 121.
   (4) HEGEL, op. cit., pp. 390, 398.
   (5) HANUI.OIKE, op. cit., più avanti.
   (6) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., p. 151. « Das Verhàltniss des Bischoffs « zur Bùrgerschaft erlitt natùrlich, als diese zur selbstandigen Gemeinde sich

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