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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. X - Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1292). 127
   formando i tre attuali Abruzzi una sola provincia col nome di Aprutinm e con la corte generale a Solmona (i). Ciò durò fino ai 5 ottobre 1273, quando, come provano il Giustiniani (2) ed il Minieri-Riccio (3), Carlo I d'Angiò divise si vasta contrada nei due lustitiariattis cifra e ultra Pìscariam, rimanendo allora la nostra regione compresa in questo secondo giustizierato, nomato poi più semplicemente -Abruzzo ulteriore. Ma torniamo alle concessioni dei nostri vescovi, dicendo de' loro probabili motivi.
   12. È certamente compito non meno importante dello storico, narrati i fatti, darne le più fondate ragioni. E ci domanderemo in prima: Le testé esaminate concessioni vescovili furono esse affatto spontanee, ovvero nacquero dalla necessità obbiettiva delle cose ? Stabilito innanzi tutto che chi gode una potestà, e una potestà sì antica e venerata come quella che in que' tempi andava unita ali' autorità spirituale, non se ne spoglia per mera generosità, (come suppone il Palma (4) nel nostro vescovo Sassone), e senza che alcuna ragione estrinseca a ciò lo spinga, resta a noi lo esaminare quale sia stata cotesta necessità di cose e quale quindi la cagione che mosse i nostri vescovi a deporre il loro potere nelle mani dei cittadini. A noi sembra agevole il trovarla in generale in quel lento svolgersi delle facoltà civili degli Italiani intorno al mille: e, siccome abbiamo visto essere accaduto nelle altre città, così pure tra noi i cresciuti traffichi ed industrie, il rifiorimento delle arti e il ravvivato studio del romano giure incitavano i cittadini, conscii della propria forza, ad ottenere dai loro signori, che erano appunto i vescovi, l'allargamento dei vecchi diritti e quindi finalmente la partecipazione alla potestà suprema e il maneggio pieno della cosa pubblica. Dall'altro canto poi la mitezza del governo de' vescovi meno tenaci, per natura del loro ufficio spirituale, della temporale autorità (sì che in Germania correva allora il proverbio: « Dolce è il vivere sotto il pastorale »), agevolò al popolo il conseguimento di quelle libertà; e così anche noi possiamo ammettere come causa subbiettiva, ma secondaria, delle concessioni vescovili, la generosità de' prelati inspirata loro dalla
   (1) RICHARD. S. GERMAN., Chron, ad ann. 1234 et 1255.
   (2) GIUSTINIANI, Dinoti, star, delle due Sicilie, t. I.
   (3) MiNiERl-Riccio, 11 regno di Carlo I d'Angiò nel 127; (Firenze 1875), p. 54, ove si cita dall'archivio di Stato di Napoli il reg. ang. 1272 B; n. 14, fol. 173 a t., 174 a t., 179 - II FARAGLIA ha ora pubblicato tutto questo diploma nel suo Saggio di corografia abruzzese, Napoli, 1892, appendice.
   (4) PALMA, op. cit., voi. II, p. 13.

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