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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. XIII - Suoi atti nel periodo semi-libero (1292-1388). 2O3
   sul pagamento delle somme, a cui erano tenuti l'università e gli uomini di Teramo pei detti carico e scarico. 2° Di promettere a questi ultimi, che gli Atriani e i suddetti gabellotti e credenzieri osserveranno tutt' i patti conchiusi e da conchiudersi fra le due città. 3' Di esigere dai Teramani la promessa del mantenimento di questi patti. 4° Di giurare, da ultimo, essi e di far giurare ai Teramani, sotto una pena pecuniaria, l'osservanza della presente convenzione. Questo atto, oltre il dimostrarci l'ampiezza dei diritti municipali d'allora sulle cose economiche e finanziane, ci fa pur vedere l'attività del commercio teramano che servivasi di barche e di navigli « lingiis, et barciis et navigiis » pel traffico delle sue industrie, che senza dubbio riguardavano la fabbricazione e la tintura dei pannilani. Sappiamo inoltre che la terra di S. Flaviano, ora Giu-lianova, la quale aveva il suo porto più vicino a Teramo che non fosse quello di Cerrano, si richiamò al regio potere contro questi patti atriani, ma la regina Giovanna I non tenne conto di simili lamenti e, come riferisce il Muzii (i), con diploma dei 9 marzo del seguente anno 1363, permise ai Teramani lo sbarco e l'imbarco delle loro mercanzie nel nominato porto di Cerrano. Ciò ci fa tosto pensare a qualche particolare vantaggio, che godessero in questo ultimo porto i nostri, tanto che lo preferivano a quello più a lor vicino di S. Flaviano. Erano forse i Giuliesi d'allora troppo esigenti nei loro diritti marittimi? (2).
   di Cerrano sulla marina di Silvi e i qu-.ili servirono appunto alla costruzione di essa torre, quando nel secolo xvi dal duca d'Alcalà, viceré spagnuolo, si innalzarono simili torri di guardia a difesa delle coste minacciate allora dai pirati barbareschi.
   (1) MUZII, op. cit., dial. 2°.
   (2) A tal proposito mostra ancora indirettamente lo zelo esorbitante dei Giuliesi a prò del loro porto un ordine della regina Giovanna, dato pochi giorni dopo (30 marzo 1363), e pubblicato dal SORRICCHIO nel suo Comune aliiaiio (Atri, 1893, a p. 304), con cui si vieta al maestro portolano di usare preferenze al porto di S. Flaviano a danno di quello di Cerrano.

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