P5rte III - II comune teramano nell'evo medio.
« minali anche d' appellazioni comincino e finiscano in Teramo, e «così le pene: Placet. 5. Qualunque Gabella o colta imposta fino «al terminare dell'Agosto di quest'anno sia dell'Università; come « pure ogni rendita, e residuo che esso Principe avesse ad avere, « e ciò per compenso delle spese ne' Fanti pagati a servizio della «sua Signoria: Placet, purché l'università paghi i gaggi (i) agli « ufficiali e al castellano. 6. Gli Ufficiali Civili, cioè Rcgimento, Giu-« dice, loro scrittori, Notaio de' Capitoli, Ufficiale delle Guardie, Dece positario, Erario, Camerlengo, Capo di Sestiere, Raziocinatori, Serice sali ed ogni altro solito si elegga dall' Università, della quale sia ogni « provento, che quelli facessero per sussidio dei loro salari : Placet, « ma con intelligenza e conferma d' esso Giosìa, cui si riserba la « giurisdizione centra quegli ufficiali. 7. I proventi dalla Corte del « Capitano o altro Ufficiale deputato da Giosìa nel Criminale, siano « della Città, col peso a lei di pagare il salario a esso Capitano, « supplendo nel caso, senza nulla diminuire, a tenore del Privilegio « reale a lei accordato, cioè di dare cento cinquanta ducati all'anno, «come s'era usato a tempo del Padre di Giosìa. Egli qui dichiara « di volere che il Salario sia di dugento da ritrarre bensì da pro-« venti. E riserba a sé le cause di lesa Maestà, d'Omicidi, di Furti, « Adulteri, Stupri, Violenze, ferite, ladrocini, incendj con dolo, ra-« pine, e le riserbate per le Costituzioni del Regno alla Corte Regia ; « ma che non di meno siano della città le pene convenzionali e di « spergiuri. 8. Sia mantenuto nel possesso, e difeso Giovanni di « Fazio Cittadino di Teramo, possessore della Villa di Poggio Rattieri « incorporata a Teramo. Placet.
« Tali furono - continua l'Antinori - i capitoli e le soscrizioni. « È notabile in esse che Giosìa non assume alcun titolo, né la città « gliene diede direttamente alcuno. Obliquamente lo nominò Prin-« cipe e Signore, ma in assoluto, e non precisamente di Teramo. « Pochi mesi dopo (ai 14 febbraio del 1425) Nardo d'Antonio di « Leonardo Sindico d'essa Città, avanti al Giudice, nella Loggia rer-« rena del Palazzo del Civile fece transumere quei Capitoli, co' ri-« spettivi Decreti, e li disse convenuti coli' Illustre ed Eccelso Giosìa « d'Acquaviva, e nulla più ». Fin qui l'Antinori.
Importantissimo è quest'atto per la conoscenza dello stato nostro municipale sotto la dominazione acquaviviana, avendosi nel medesimo un saggio della costituzione feudo-comunale che reggeva Teramo in detta condizione. Riservando al cap. xix, che n* è il
(i) Gli stipendii militari.