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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   i Pitagorici in tempi remoti, e diedero molte istituzioni sacre e civili ai Romani. Galpurnio rammenta gl'incantatori Peligni, ( Peligna examina J (1 ), come altri le maghe Pe-ligne, e celebri sono gl'incantatori Marsi presso gli antichi scrittori, come gli Auguri Marsi non ignari di astronomia, secondo Firmico (2). Erano proverbiali presso gli antichi Marsa menta , Marsae voce$j Sabella carmina. Non meritavano perciò gli Osci tanto dispregio dai Greci (3), benché non~fosse stato degno di molta riprensione il satirico Aquinate, allorché disse :
   Divini opici rodebant carmina mures (4);
   come allorché mette una dottoressa che corregge il rustico parlare dell'amica: Amicae opieae verba (5).
   I nostri popoli furono amantissimi della pastorizia, e dell'Agricoltura, dicendoci Yirgilio :
   liane olim veteres vitam coluere Sabini (6).
   Da ciò abbiamo, che i Vestini manipolavano un ottimo ca-ciò (7), e la vestina Penna ci si dice verdeggiante da Silio Italico (8): le campagne degli Adriani, dei Pretuziani e dei Palmensi empivano pienamente le voglie degl' industriosi coloni: la valle di Sulmona era fertile di grano, di olio e di vino, come dava ottimo lino ed ottima cera (9). Il vino Pal-mense Pretuziano ed Anconitano (10); l'arte che avean
   (0 Nell'ecloga IV, v. 4 54, a Nemesiano.
   (2) Vili, 4 5. Celio presso Solino, c. 2 : Megalem Sabini receperunt, èùctpU m augurami ab eo dodi.
   (3) Catone presso Plinio, XXIX, I: Noe quoque dictitant barbaros, et spurcius noe quam alios Opicos, : le foedant.
   (4) Sat. Ili, V. 227.
   (5) Sat. VI, v. 454. Anche Ausonio, in Professori. 22. dice: opicos chartas per rozzi scritti. Qualcheduno osò benanche osce loqui per loqui barbarice.
   (6) Georgica, II, v. 532.
   (7) Plinio, I, c. 42 : Marziale, XIV, ep. 34.
   (8) Lib. Vili, y. 516.
   (9) Plinio, XI, c. 44 ; XIX, c. I.
   (10) Plinio, Hist. Nat. XIV, c. 8: Praetutia atque Ancone nasceniia vino, et quae a Palma una forte enata Palmensia appellantur.
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