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se, ma un composto di varie genti. Eglino quasi fin dal principio guardavano a ciò, che dicea Virgilio:
Sit romana potens itala yirtute propago (1). Di fatto
I. Gli Aborigeni si fusero in gran parte colle genti arcadiche sì de'Pelasgi primitivi, Licaonici od Àrcadi genuU ni, come cogli Evandridi, siccome in più luoghi abbiam detto. Per questo Dionigi di Alicarnasso recossi a credere, che gli Aborigeni fossero di puro genere enotrico.
II. Si fusero talmente coi Pelasgi di Tessaglia, che dentro un brevissimo spazio i Tirseni, come un popolo inferiore, misti e confusi con la prestantissima gente latina, non ebbero più nome in Italia; ed a questo modo Dionigi di Alicarnasso li volle distrutti per peste, come se questa avesse dovuto spegnere la gente tessala, e risparmiare gli Umbri
0 gli Aborigeni e gli altri popoli vicini. Per questa fusione coi Tirseni Tessali, coi Tirseni Lidi e cogli altri i quali si unirono ai Tessali, il nome di Tirreni allargossi agli Umbri, agli Ausoni, ai Latini, e principalmente ai Romani (2).
III. Si fusero cogli Umbri, se questi yoglionsi tenere per gente diversa da quella degli Aborigeni. Se non facciam luogo almeno a questa fusione, spiegar non potremo, come
1 Romani avesser conquistato gli Umbri in brevissimo tempo , e quasi senza incontrar resistenza. La conquista dei popoli eterogenei costa sempre di più.
IV. Si fusero coi Siculi e Liguri rimasti nel Lazio, quando vi scesero dagli Abruzzi ; gfacchè nommai una gente che ha qualche civiltà, si può scacciare pienamente dalle antiche sedi, ed i Siculi e Liguri o Libami del Lazio non ebbero più nome nel Lazio dopo la venuta delle genti Latine.
V. Si fusero coi Sabini non solo in tempi antichissimi negli Abruzzi, ma benanche più volte nel Lazio, principalmente sotto Tito Tazio e Numa Pompilio. L'Aventino, il Quirinale, ed il Campidoglio furono abitazioni dei Sabini.
0) En. I. XII. v. 827.
(2) Dionigi di Alicarnasso, 1.1: Latini et Umbri, et Ausonetj et multi alii, Tyrrheni a Graecis ùicebantur. 4
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