Stai consultando: 'Degli Abruzzesi Primitivi Saggio mitico-storico', Panfilo Serafini

   

Pagina (152/291)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (152/291)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   15*
   sacerdoti eran degni della religione, che coltivavano e dei popoli, che governavano. Gli antichi allorché parlavano delle cose de'loro tempi, delle cose che osservavano diligen* temente e sapientemente, meritano più fede di coloro i quali senza storica autorità, e senza veri principi di storica filosofia, si mettono a squarciar la lirigaa contra Diodoro Siculo, contra Cesare, contra Strabone, contra Pomponio Mela, ec., perchè non furono favorevoli ai Galli (1 ).
   §. 57.1 Galli ebbero una lingua a se, ànzi varie lingue idioetniche diverse dalle lingue italiche, ma così barbare che sotto l'Imperatore Caligola gli oratori certami, di cui Giovenale cantava,
   Palleat ut nudis pressit qui calcibus anguem, Aut Lugdunensem Rbetor dicturusad aram (2) ;
   si facevano in lingua latina, secondo che ci fa testimonianza Svetonio (3). Di queste lingue fanno menzione Livio (4), Tacito (5), Cesare (6), Plutarco (7), Posidonio presso Stratone (8), l'antico scoliaste di Giovenale (9), Servio (10), Plinio (11), Mela (12), Favolino pressò Aulo Gelilo (13),
   ' (1 ) Chiniac, per esempio, neVDiscourt sur la Religion Gauloisc, 2. Parit>, con tnono magistrale sentenzia, che.agli antichi non è dà aggiustar fede intorno alla religione de'Galli, perchè ne favellarono per semplice occasione, in modo generale, spesso senza conoscerne il fondo ed i misteri altrimenti che per relazioni vaghe e poco esatte di persone che non aveano avuto se non un commercio passaggiero col Galli, o che non voleano manifestare la verità, o che elleno stesse non la sapeano. Non vi sembra un Druido questo signore Chiniac?
   (2) Sat. I.
   (3) Calig. c. 20: Gotta, c. 3.
   (4) Lib. 40, c. 57.
   (5) De Mor. Germ. c. 6, 43 e 45.
   (6) De Bello Gali. {7) Vita di Mario.
   (8) Lib. VII.
   (9) Sat. Vili, v. 234.
   00) En. IV, v. 442. VII, v. 744 ; VIII, v. 660,- Georg. I. II, v. SS; III, v. 472.
   (44) Lib. 48, c. 7; 22, c. I; 4, c. <3; II, c. 37: 26, c. 45;3,c. 46 ; 46, c. 40.
   (42) Lib. Ili, c. 3.
   (43) Lib. II, c. 22.