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S. Agostino (1), Polibio (2), S. Isidoro (3), Sisenna presso Nonnio (4), Diodoro Siculo (5), L'autore ad Erennio (6), Quintiliano (7), Cicerone (8), Apulejo (9), Marcello Empirico (10), Varrone (11), Pausania (12), Sidoaio Apollinare (13), Festo, ec.
Costoro fanno intendere la barbarie della lingua di questi popoli, e principalmente Varrone. Mela e Plinio ci fanno intendere la barbarie della lingua Spagnuola, giungendoci a dire, che non poteasi esprimere con gorga umana ; come Giuliano che abitò per qualche tempo in Parigi, fa intendere, cbe vi si parlava un linguaggio simile al crocidare dei corvi. S. Ireneo ci dà consimili notizie del celtico antico. Meritamente perciò cangiarono la loro lingua gli Spa-gnuoli venuti nella Corsica, prendendo la meno bàrbara degli abitanti; e Giustino ci fa sapete, che i Galli dai Focesi, et ustm vitae cvHHoriSj deposita et mansuefacta barbarie, et agrorum cuUttSj eturbes moenibus cingere didiceruntj ec. (14); ed all' autorità di Giustino aggiungasi quella di Ammiano Marcellino che dice, A Phocaea vero Asiaticus populus ... eondidit in Viennesi Massiliam . . . Per haec loca> hominibus paullatim exculiis j vtguere studia laudabilium doctrinaram. Da questi Greci i Druidi forse ebbero le lettere greche ( 15).
§. 58. Dell'umanità dei Galli abbiamo varie testimonianze dagli antichi, oltre ai sacrifici umani. Trogo Pompeo ci fa sapere, che i Focesi fondarono Marsiglia inter Ligures
(4) Be Civ. Dei, 1. XV, c. 23.
(2) Lib. 3.
LIX, 49.
(6) Lib. 4, C. 32.
(7) Instit. I, c. 5.
(8) Pro Milane.
(9) De Virt. Herbc. 2, 00) medicame. 25. 26, 29. li4) De L. L. IV.
(42) Phocic. c. 49. (4 3) Lib. 6, Epist. 4. (44) Lib. 43, c. 4.
(15) Cesare, De B. G.: Druidae Uteri* graecis utuntur — In castris HelveUorum tabulae repertae sunt literis graecis confetta*.