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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   76. Il colore nazionalede'Latini ha «wnesaocoi Tra-ci e co'Dardani. Per esempio la Vesta de9 Romani é la Vesta frigia antica, e perciò può derivarsi dalla Cappadocia e Commagene, onde Plutarco deriva benanche la Bellona di Siila (1).
   Marte Latino sembra identico al Marte Dodoneo, eccetto che in Dodona a Giove si attribuisce la colomba di Venere Dionea, la quercia, ec. (2), laddove inTiora Marte rendeva responsi per mezzo del picchio, sopra una colonna di legno (3)11 Marte Trace ancora si disse Gradivo con vocabolo Trace, e Marte si predicò dagli antichi sempre per Trace e Samotrace. Ivi troveremo il suo punto di partenza , ivi posero gli antichi la sua stanza, ivi egli menò mogli molte donne e produsse un gran numero di figli : alcuni posero ivi la battaglia di Giove contra i giganti, e là possiamo tro» var anche Saturno. Dagl'Iperborei si fece venir Giano. Dai Samotraci i penati, ed il Palladio, ec.
   La lingua de'Latinifu molto omogenea a quella de'Traci, degli Agri e dei Peoni. Della Pannonia, che gli antichi chiamano feconda madre d'imperatori romani, e che perciò deve*
   (0 Vita di Siila.
   (2) Servio, Georg. I. v. 8. Quercus lovi Dodoneo sacrata; e nell'Eneide HI, v. 466: Quercus immanis ftmte diciiwr, ex cujus radi-cibus fons manabat, qui suo murmure instinctu deorum divertii oro,-cula reddebat; quae murmura anus, Pelias nomine, interpretata ho-minibus disserebat. Questa Sacerdotessa egiziana fu venduta ai Tespro-ti dai Fenici, secondo Erodoto, 1. II. c. 54.
   (3) Si favoleggiò dagli antichi, Circe aver cangiato il marito Marte in picchio, essendo angure Pico latino, come dice Virgilio, coi verii del 1. VI dell'Eneide :
   Ipse Quirinali lituo, laevaqne ancile gerebat Picus equum domitor, quem capta cupidine coujux Aurea percussum virga, versumque venenis Feci! avem Circe, sparsitque coloribus alas ;
   e come soggiunge Servio a questi versi. Questo Picchio fu quello che insieme con la lupa alimentò Romolo e Remo, second'Ovido :
   Lacte quis infantes nescit crevisse ferino, Et Picum expositis saepe tulisse cibos?
   Questo medesimo guidava e denominava i Piceni.