194
Giano, quanto a Saturno o Vulcano dei Latini. Pare adun-què, che i Latini ed Aborigeni si fossero fin da' tempi remotissimi uniti cogli Atlantici, figli di Lot e della gente Abraamitica nella Palestina, e che il Mulcibere Camesene de'Romani fosser venuti
Da Camos i Moabiti fecero il nome alla loro principale città. Questa fu distrutta dagli Ebrei (2). Da essa dunque possiamo derivare i nostri Gameseni d'Italia.
A queste ragioni aggiungiamo quella, che molti elementi Atlantici si rinvengono tra i Latini, cosicché Virgilio potè con molta ragionevolezza mettere anche Italo con Sabino ec. nell'atrio di Pico in Laurente.
§ 76. Se nel fondo i Latini sono Circensi(3),fa mestieri tener un poco ragionamento della razza di Circe, Cercira, Corcira, Cichira o Cerchira che voglia dirsi.
11 regno di Circe si metteva dagli antichi sul monte Cir-cello tra i Voteci. Apollonio di Rodi ve la fa condurre dal sole (4). Omero vi fa giungere Ulisse:
Ed io vèr Circe andai; ma di pensieri In gran tempesta m'ondeggiava il core. Giunto alla Diva dalle belle trecce, La voce alzai dall'atrio. Udimmi, e ratta Levossi, e aprì le luminose porte, E m'invitava: io la seguia non lieto. Sovra un distinto d'argentini chiovi Seggio a grand'arte fatto, e vago assai, Mi pose: Io sgabello i pié reggea.
(4) Il Jannelli sospettavate) nell'opera, citata nelle due note qui sopra, p. 20. Ei dice.- adeoqne non modo iure possumus collidere ... Chamos Deum Moabitaruui fnisse Molochum fratrum Ammonitarum; sed etiam Moabita» servasse vocem classicam et fundamentalem Cui-tus et Liturgiae tam Celebris Dei, qui potest etiam latere in Camese sive- Cameseno Latinorum, de quo esset diltgenter quaerendum.
(2) Vedi Geremia, c. 48, v. 7. f3, 45 e 46; e iVìiw., c. 2i, t. 26, 27 e 28.
(3) Poiché Latino e Homo si facevan discendere da Circe, questa divinità si adorava in Homa, secondo Cicerone. De natura Deorum, te Plinio, 1. XXVII. c. 4 4.
(4) Argonaut., 1. Ili, v. 344.