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dìo ce ne fo testimonianza: a In primis itala Circe Diis etiam » adscripta, unde arbitrar natum, nt fischila* e vetustis-)> simis in poetica, refertam Italiam herbarum potentia » proderet, mnltique Girces ubi habitavit illa magno ar-)> gumento etiam nunc durante in Marsis a filio ejus orta » gente, quos esse domitores serpentium constai ( 1 ). E C. Celio aggiunge, che tre figlie di Aeta vennero neiritalia, Circe, Angizia e Medea. Di queste la prima posò la sua stanza sui monti Circei, la seconda intorno al lago Fucino (2), e l'ultima ebbe un figlio che governò la gente Morsica. A questo Marso figlio di Medea si attribuiva l'invenzione delle arti magiche , e venefiche dei nostri Marsi e Peiigni (3). Angizia non solo era adorata nella Marsia , dove diede il suo nome ad una città (4), ma benanche in Sulmona. Ciò mostra meglio la parentela dei Marsi co'Peiigni, e può spiegare la denominazione di An-xure de'Volsci ( Terracina, ) di Anxa ed Anxattfo ne'Mar-si, e di Anxa o Lanciano de'Frentani, dedita al culto della Dea Pettata, e che insieme con Selmona riferisce la propria fondazione a Solimo Frigio.
I Circènsi adunque erano in gran parte tra i Sabini ed i prisci Aborigeni. Eglino dagli Abruzzi scesero nel Lazio e tra i Yolsci.
II loro passaggio tra noi fu dalla Macedonia e dall'Epi-
(<) Lib. XXVI, c. ii. Lo stesso dicono Sabino, c. 2. ed Aulo Gel-Ito, Notti Attiche, lib. XVI, c. ii. Le tracce di Circe ne'Marsi con-aervansi in Cerchi.
(2) Silio Italico:
• . . . Ac Marsia pubes Et bellare manti, et chelidris cantare soporem Vipereumque herbis hebetare et Carmine denteai Aetae prolem Angitiam, mala gramina primum Monstravisae ferunt, Uctuque domare dragarne*.
(3) Cicerone, De Divinat : Magi, quod geaiu sapienUam et docto-ram habebatur in Persis. Sni venefici de' nostri Marsi cf» Solino, cap. I; Aulo Gellio, lib. XVI, c. H; Virgilio, Eneide, lib. VII; Silio Italico, lib. IX; Ovidio, De arte aimndi, lib. II; Orazio, od. XVII; S. Agostino, in Gen. lib. II, c. 38; Plinio, lib. VII, e XXV.
(4) Vedi Felice Martelli, delle Antichità de'Sieuli,t. I, p. 57.