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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   » . . Versamque prole» tua pandet Idumen,
   )) ( Namquc potest ) Solymo nigrantem pai vere fratrem,
   » Spargentemque faces et io ornai tarre furentem (1);
   c Papiniano Stazio:
   » An Solymum cinerem palmetaque capta subibis
   )> Non sibi dices sylvas poneotis Idumes (2).
   Crediamo, che i Marsi co'Marrucini e Peligni sieoo venuti realmente in Italia poco dopo il 1000 avanti Gesù Cristo, forse non prima della guerra di Troja. Forse allora vennero colostri que'Reti che insieme co'Tirseni Lidi si diffusero nell'Umbria etnisca, dove i Tessali già si erano fasi cogli Aborigeni e cogli antichi Umbri. Posteriormente i Reti estrusci si rifugiarono sulle alpi Reliche , dove io mezzo ai Galli doventarono barbari. Di questo ci fanno testimonianza TitoLivio(3), Plinio(4), Solino(5), Servio (6), Ivone Carnutense (7) ed altri.
   Dalla Commageneforse venneroifondatori di Cingilia vestina (8), come Cingulum de'Piceni; perché nella Commagene era una città di tal nome (9).
   Calcide stava quasi come un castello sopra il fonte di Marsia:    (0 Argon., lib. I. v. i2.
   (2) Sylv. 6, lib. I,
   (3) Dee. I, 1. V.
   (4) Lib. Ili, c. 20.
   (5) Lib. XX.
   (6) Comm. all'En., lib. I.
   (7) De Undecim Regionibus.
   (8) Di questa città vestina, ricordata da Livio, favella Gioveoazzi, Città di Aveja» ed il Bossi, lib. 2. c. 78; ec.
   (9) Plinio, lib. V. Forse Cingilia, attribuita alla Siria, non era diversa.
   (10) Strabone, lib. XVI.