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Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ITINERARIO II IL GRUPPO DEI MONTI DELLA LAGA 1)7
   «•inno (I,. i/2h), {ut Molitorio (cent. HU), por Ci vitelli ile! Tronto (L. 4), por Ascoli (li. 4J>0). Per l'orario vedi l'Indicatore ferroviario.
   1 Situazione, aspetta t/rnrrale e proti otti. — Teramo, capoluogo di provincia i* sode vescovile, »• l'antica Interamnia e coni prende diversi sobborghi, molti villaggi e case sparse. E situato a iti.'i ni. sul mare, a gradi ì2,4(J ili latitudine <• di longitudine di Roma. Il suo territorio é molto vasti;: si stende in monti, colline, « piani, ed è soleato da diversi corsi d'acqua. È molto fertili' in eereali, vino, olio e frutta d'ogni sorta. Però i suoi vini non corrispondono alla fama elie avevano acquistata al tempo dei Romani. Vi sono diversi tratti irrigui e li e servono alla coltivazione della canapa e delle ortaglie. Abbondano i boschi cedui e anche quelli di aito fusto. 1 pascoli sono puro abbondanti ed ubertosi; vi si ali-va una grande quantità di bestiame grosso e minuto, che dà pregevoli prodotti in forni aggi e lana. L'acqua potabile è buona e copiosa, l'aria molto salubre. Nei dintorni si trovano, come diremo, varie sorgenti d'acqua sulfurea fresca. La città di Teramo e situata in un altipiano al confluente del Tordino colla Vezzola, donde l'antico noni ln-teramìiia. L'altipiano è circondato d i ridenti colline. L'aspetto dei dintorni è oltremodo ameno e svariato.
   Giorni prosperosi ebbe Teramo sotto la fiera e. pacifica dominazione di Roma ; a bella Interamnia era ricca di prodotti che esportava perfmarr a-vend aperto un porto alla foce sinistra del Vomano e un'altro a qu-'fla del Tordino presso Castro, Nell'agro teramano si producevano allori, pelli, lane, oggetti di vetro e vini che meritavano di essere celebrati d.ii po'ti. Le lane trizi diventarono nel medioevo una specialità di Teramo, e lavorate e tinte di porpora figurarono largamente nelle famose fiere di Lanciami, di Siniga-glia, nello botteghe di lapidi e altrove. I mercanti delle Marche, dell'Umbria, della Toscana scendevano qui a ravvivare i traffici, por cui si potevano tener fiero di otto e dieci giorni, come quelle di Pentecoste e S. Domenico fluorite da privilegi reali. Ma le fazioni civili nei secoli XVI e XVII, le guerre del regno fecero languire il commercio e ciò durò fino alla fine del secolo XVII; e ora l'intraprendenza locale partecipa per quel che può alla vita della nazione. L'industria va discretamente fiorendo. Vi sono fabbriche di aeque v'azzose, di liquori, di saponi, di ceramica, di cappelli, ili mobilia di lusso, e molte conce di pelli, pastifici, tintorie, stabilimenti bacologici, ruolini ete, Nella collina u 8.E. sul colle Cranio ,! l'Osservatorio Astronomico proprietà privata del sig. Vincenzo Cernili.
   II. Fiere e mercati. — Il commercio è avvivato da molte fiere annue, delle quali sono frequentatissime quelle del l'J marzo, del 2 al 10 luglio, del 1 ottobre e del » novembre.
   III. Storio. — Nessun antico scrittore fece motto dell'origino di Teramo,, talché incerta è l'epoca della fondazione della città. Cn ripiano cinto da due fiumi, V.ilbultt (ora Vezzola) e il fiatinus (Tordino), che confluiscono vers . il mare, lontano (i miglia, e formano una penisola nel punto di ricongiun-ziniie, e sopra di essi abbastanza elevato, parvo sia per comodità, sia per difesa, un luogo opportuno da essere scelto a dimora dai coloni di quei din-torni.
   ti. B. Delfico, nella sua onera Interamnia Pretutia opina che Petra! fu il primo nome della citta e elio quesiti vocabolo di lingua fenicia, sipnificant luogo rilevato, circondato da ncque, fu corrotto nel gergo popolare in Pretut e poi mutato crtn dsin*nza latina in Pretutinm o Praetutium f»rse dopo l i conquista dei Romani. Se si considera poi che i Palestini si stabilirono lungo le coste della Peucezia sino al Gargano, che (''rutilino l'appella Interamnia Palestina, può ritenersi che la citta di Teramo abbia avuto il suo principio dagli Cui bri o sia stata occupata da una loro tribù e propriamente da quella detta dei Pelestini o Palestini, dei quali parla Plinio, forse abitatori originari di Plistia o l'Urlino citta dei Marsi, da cui prese il nome anche il lago Plestino, nell'I mbrin, rammentato da Appiano. Fra i geografi antichi Tolomeo cita Teramo col nome di interamnia e la descrive quale citta mediterranea nella regione dell'agro Palmense, Pretuzio e Adriano; Plinio nomina il xuo popolo nel lungo catalogo degli abitanti della quarta regione d'Italia e la si trova pur citata negli scrittori posteriori :d Augusto. Teramo fu an-