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Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL GRUPPO DEI MONTI DELLA LAGA
   1)7
   resistenza fosse presa, saccheggiata, incendiata e che Guido Vescovo Aprutino ;17 giorni dopo il fatto, cioè il 7 Maggio, andasse da S. Flaviauo, ove s'era ricoverato, a Palermo per avere da Re Ruggieri il permesso di riedificale la citta, ma che arrivato colà trovò morto il Re e coronato il ligliu di lui Guglielmo, da cui ebbe in dono Teramo col peso dell'alia da pagarsi al regio fisco. Su di che e ila osservare che la distruzione avvenne nel 11 ili mentre Ruggieri mori il 2J fehbraio 11.V*.
   Altri invece fi autore della distruzioni- i Greci, altri inline la dice avvenuta nel 1 Ki.'i, quando molti principi e baroni del Regno si ribellarono contro Guglielmo I incitati da Papa Adriano IV, il quale fu principale promotore ili quella ribellione. presero apertamente le armi guidati da Ruberto di Iti ssevi Ile, colite di Loretello, e sice.ome Teramo governati dal conte Aprutino si teneva fetide al legittimo M.in uva, venne da Roberto devastata e distrutta. L'anno seguente, 14liti. il conte di Loretello aveva abbandonato l'Abruzzo. Comunque sia fra le varie opinioni delle quali l'ultima è la più certa, é indubitata la visita del Gran Vescovo Guido alla Corte di Sicilia, e la concessione avuta da Guglielmo di poter riedificare Teramo, che ottenne poi in feudo. Guido inaugurando la rinnovellata citta, rimise in vigore un'antica prerogativa dei vescovi Aprutini, consistente nel privilegio di poter i Vescovi celebrare il pontificale, portando ad armacollo una spada e tenendo a fianco dell'altare, insieme alla mitria ed al pastorale, elmi, lance, azz, spade, privilegio durato lino al XVIII secolo ! E nella Cattedrale di Teramo si vede tuttora un quadro dipinto ad olio dal Maieschi, il quale ci conserva plasticamente la memoria di quest'uso, rapprese ut nulo un pontili-cale celebrato da S. Berardo. La leggenda fa risalire la costumanza lino al tempo delle Crociate, bandita da Urbano II, alla quale prese parte l'gone, Vescovo di Teramo, che comandava un drappello di cavalieri e celebrò la messa indossando il piviale sull'armatura ed ottenendo poi da Pasquale II, il privilegio tli poter esercitare le sacre funzioni arni ito. — Molte franchigie vennero concesse alla restaurata città ed ai suoi abitanti dai Re di «Napoli ad intercessione dei Veseovi divenuti Similari ut Hit tir ii di Teramo, Dionisio, Ottone I, Sa    I successori di Sass i conservarono l'impegno di sempre più rip polare Teramo ed il suo territ orio mediante trattati coi vicini feudatari, inducendoli a portarvi il domicilio, con o senza vassalli, sottomettendosi al vescovo ed alla città, rinunciando loro le giudiziarie attribuzioni. Teramo riliori in taj modo che Ughelli dice che per opera del vescovo De Barili, eletto nel 1272, YV-rutiiuriìxi.1 rivilas populorum nuvirro rt potriitia ad mirarulum erevrrit. -Ma i mali e le devastazioni ricominciarono colla mort- di Federico, giacche, essendo Pontefice Innocenzo IV, col pretesto essere il Regno feudo della Santa Sede, gli Ascolani, durante la guerra fra il Papa e Manfredi, incitati dal Legato P.iittifi'.-io, ii Cardinale Capoccio o Capozio, invasero la provincia di Teramo fino alla Pescara, avellilo promessi in feudo i paesi che acquisterebbero. Giunti a Teramo, gli Ascolani inumarono la resa alla città, la quale chiuse biporte ; ma mentre il Consiglio deliberava di rendersi, fu invasa, smantellate le mura, portate via le port • e gli ortaggi, commettendosi molte altre barbarie e ruberie. Il vescovo Matteo De Baloto si lagnò presso il Pontefice, eluda Milano, con breve del 7 luglio I2tl, rimproverò gli Ascolani ed ordinò che fossero risarciti tutti i danni e liberati i prigionieri, ed abrogò la concessione in fi uti » che aveva fatto il Legato. — Le memorie del XIII secolo provano le premure dei vescovi e «lei cittadini nel p arre in opera ogni mezzo per ridurre Teramo allo .«tato ed alla floridezza di prima: poeti fortunati tentativi, sia per le coni mi.? guerre e per l'astedio sostenuto dalla città contro Guaiti-ri, Signore «li B.-.ialite, acerrimo partigiano di Pietro d'Aragona, sia perche Carlo II d'Ansio, vedenti» Teramo restaurata e ripopolata, la sottopose a re-