ITINERARIO II
Prima dell'edificazione ili Giulianova, eravi nelle vicinanze, e precisamente* presso la riva sinistra del Batinus (Tordino), alia spiaggia del mare, nel luogo ove tuttora vedonsi ruderi di antichi edilizi, un Castrum A'oruvi luogo um Pretuziani, a XII miglia da Teramo sulla via Salari), de quale più innanzi diremo, e che nel medio evo mutò il nome antico in quello di Costruiti Diri /'Invialii per un santuario dedicato a quel santo. Questo Castrum durò lino al secolo XV, allorché Giulie» Antonio Acquaviva, duca di Atri; trasferì gli abitanti a tre miglia dentro terra, dove edificò Giulia .Vora per salvarli ual-I' insalubrità dell'aria a cui li condannavano le acque stagnanti del Tordino. Fu edilieata adunque nel 1 Ì7U, e si concedettero privilegi e franchigie a chi venisse ad abitarla. Pc.chi avanzi della vecchia città rimangono parte sui piano verso la marina e , arte sopra l'altura detta Torre V« cchia. La citta attuai ' ha la forma d. uu quadrilatero, cinto all'intorno da fortissime mura a scardi, con profondo fossato, e da alte torri munitissim. Quasi nel mezzo, su nmp i piazza, di prospetto al palazzo ducale, l'Aequaviva fece iiuialzare un magnifico tempio, insigne monumento dell'ai te. Su di un basamento ottangolare terminato da merli e feritoie, chea guisa di fregio girano intorno, l'artista, di cai si ignori il nome, girò la vastissima cupola rivestita da mattoni centinati chi ardimento per quei tempi singolare. Il tempio, che costò i0,000 ducati, somma allora cospicua, fu dedicato al protettore del Castro, S. Klavianu, le cui reliquie vi furono trasportate nel 1Ì78. L'Aequaviva ottenne da Sisto IV, molti privilegi ecclesiastici. In questa chiesa matrice è notevole uu reliquario appari -nente in addietro alla distrutta chiesa di S. Flaviano; contiene le reliquie di S. Biagio e di parecchi altri santi; é composto di lamine sottili d'argenti-linamente lavorate a cesello. Questo reliquario, che mediante un perno gin sulla sua base circolare e donila, lutto a trafori vaghissimi, ha la l'orma
la città prese per suo stemma l'effigie di Giuliantonio a cavallo, mentre 1* impresa di Castro ralligurava un cartello con una torre all'angolo. Ina lapide anticamente sovrapposta all'architrave della porti, detta Maria, al di'Opra della quale si vedeva «colpito 'i rilievo I Gemina degli Acquaviv.i,. un leone rampante, con mezzo dru^o a lato e ai due fianchi cestoni ili fruìf i e fiori, con incisi alcuni versi composti dal vescovo di Teramo, Giovanni \ntonio Caini an , i quali ricordano l'edificazione di Giulianova, si ruppe iti più pezzi nella di'inoliziiine della porta! ma i frammenti sono conservali ne] muro attirilo il giardino di Gaetano De Bartolomei.
A ri eoi do del pas-aggio e permanenza fitta il C ottobre i-Stiii da Vittorio Emanuele II, reduce coli'esercito da Castellidardo. il Comune, nel eri-
geva in piazza Belvedere uu monumento colossale iu bronzo, inaugurato nei IH'.li, opera insigne d••Ilo scultore Raffaele Pagliai'•< tti.
Castrimi Novum — 8. Flaviano. Nell'agro Pretuziano, dopo Inleramn: a» la città più illustre c potente fu Castru m A orum colonia romana. Situata a 12 miglia da Castro Truentìno, sulla via Salaria, godeva di una posizione amena iu prossimità del mare, con ampio porto -truim'iilo prineipalissimo il^ 1 commercio di tutta la regioni!. L'import ai.za iii quo to porto, superiore .i gran lunga a quello costruito alla foce del Vati-ino, é din ostrata da un documento del '.tali, in cui si fa menzione di una dona/ione dell'imperatore Ottone a S. Ma • timo ed al vescovato Forconinno, e dulia bolla che papa Anasta • ¦ IV inviò al vescovo uprritino Guido il '27 novembre 11nella quale determinandosi i contini della diocesi aprutinn, -i ricorda la chiesa «li S. I li-via.io. rum t'astra jiartu / nmuihus /n'rlinralils sui*, ih.m-li dal diploma del -Il marzo I..2S. XI Indizione XIX anno del R«vuo di I?o,.»-rto, eoi qua! co»tui autorizza I telile veglie, Be»u»tcque e Bulcatius ad e-?trarr»» da In Puglh