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ITINERARIO II IL GRUPPO DEI MONTI DELLA LA'IA sr>
zìo ni «li Carlo Magno il'«ve va esso ir celebre fiu dall' VIII e IX secolo. — Nei 10 il il Tempio venne arricchito di nuovi ornamenti: il .sacro deposito, che raccoglieva le reliquie del martire, fu cinto di preziosi marmi e l'altare e l'interim della chiesi resi splendidi per pregevoli opere d'arte. — Fin dal -eco!.» XI ebbe il privilegio di avere mnnxinnariiy ossia custodi di reliquie, che poi intervennero [iùìO) a comporre la lite fra Pietro, vescovo aprutino, e Pietro abate di S. Salvatore di Co mitatu Aralinnt a proposito di alcuni beni, ci. quest'ultimo aveva usurpato all'Episcopio ed alla Chiesa di S. Flaviano. K maggior considerazione avevano i canonici di S. Flaviano, che componeva) un capitolo, non meno illustre dcll'aprutiuo, il quale diede al capoluogo de t i provincia nel secolo XII un vescovo nella persona ili Attone. • Lo io III. il quale -.cacciato di Roma per popolari* sedizione trovò u S. Flaviano .icnr.; rifugio nel list, diede molti privilegi alla chie sa e ai canonici «li S. FI i-viano.
Non si può con sicurezza stabilii!: la ubicazione del Tempio, eli. rima • in piedi per metà lino al 1GOO. Chi Io dice innalzato in un luogo detto Tori e Vecchia a S.K. dell'attuale Giuiianova, ove si rinvennero, fra alcuni avanzi «li ossi umane, una «piantila enorme li ruderi di antiche fabbriche, basi e fu><. • li colonne di marmo bianco, grandi lastre quadrilunghe di travertino, capitelli linamente lavorati. Chi invece, forse meglio, lo ravvi a in un terreno alquan! discosto in prossimità del fiume Tordi no, ove pure furono si a vati bellissimi capitelli, busti di colonne scanalale ed a spirale, grotte sotterranee a volt .. avanzi di iscrizioni, molti mattoni intagliati.
Molto più difficile poi è il determinare la forma architettonica «li esso • descriverne gli ornamenti. Furori di guerre, incuria «li uomini, avvenimenti luttuosi contribuì rono a disperdere anche le ultime gloriose vestigia d'opri a lauto insigne, e nulla oggi resta «li un monumento, vanto senza dubbio delle irti italiane nell'età di mezzo, come l'accennano due capitelli conservati da Gaetano «le Bartolomei, bellamente lavorati ed adorni <3 rosoni a fogliami con lunghi e grossi petali. lavoro squisitissimo, in uno dei quali si ammiri «colpita a piccolo rilievo, come in un quadretto, la immagine della Vergine, e nell'altra Gesù Cristo ci rondato dal nimbo.
La fiera battaglia,che ebbe luogo sulle rive del Tordino il 27 luglio 1bio fi a la gente d'arme di Federico a' Cibino e Alessandro Sforza e quella ilei Piccinino, aveva una i distrutto Castel S. Flaviano e danneggiato grandemente il tempio. E benché Giuliuntonio Acquaviva, conte di Conversano, per • lieti . della pace firmata da Ferdinando il 2a novembre litìtt, avesse ricuperati i suoi beni, e nel litit, con Atri e Teramo, anche Castel S. Flaviano, pure tu abbandonò: l'aria era diventata umida, si eran formate paludi, e la battagl.i aveva ridotta la città ad un mucchio di rovine. Allora egli preferi edificare una nuova città in sito più elevato, e pi co lungi dall'antica, perché non si pei-«lesse la memoria «li una terra por la quale, la prima volta, i su«»i erano stati insigniti del titolo di Conte.
Chiesa S. Maria a mare. — t'nico avanzo superstite di Cast rum narum, rimane la Chiosa di S. Maria a Mare presso Giuiianova. la quale faceva pai ir del suburbio di S. Flaviano, immediatamente soggetta al Vescovado Aprutino. la quale i.ou era molto distante dal citato tempio «li S. Flaviauo. In qua ir ijioca veni-sf ii nalzata questa vetustissima chiesa «li S. Maria a Man- non si a. Forse esistev i già rud X m-coIo, come lo proverebbero alcune figulii.e eli. han tutta la forma «li rosoni concavi variamente lavorati^ i quali adornano 1« facciata principale del tempio^ figuline probabilmente di quell'epoca. Il p.u Mitico documento però che si ha di S. Maria a mare è quello clic ci dà notizia di una prima invasione dei Normanni nella nostra regione, la qua!> venne poi, sebbene jicr poco, sottratta al loro dominio, forse da Guarnieii, clic in quel tempo, a nome degli imperatori «li Germania, teneva il ducalo di Spoleto e la Marca di Fermo e Ancona. Una seconda menzione è in alti » documento dello stesso secolo, donazione che S. Berardo, vescovo aprutino, fece ai canonici della chiesa aprutina di K. Maria a mare c dell'Ospedale ili S. Flaviano. I canonici per libera concessione del vescovo cominciavano a l esercitare il loro diritto fin dal secolo XIII, conferendo alla morte del Pr eposto o Rettole la nuova dignità a person- di loro elezione, e molte alt.