IL GRUPPO Dl'.I MONTI DELLA LAC1A
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da Cesare nella stia marcia d i Rimini attraversi) il Piceno. Più tardi Augusto ne divise Pagro a una colonia di veterani e in questo stato lioriva ai tempi ili Plinio. Truento, famosa nell'arte di tingere in porpora, sussistè, a quanto >embra, tino alle devastazioni barbarie.be; ciò avvero e certo non prima della fine del secolo V, giacche fioriva allora Ira le sedi vescovili sapendosi che il vescovo suo, Vi tu le, iu spedito da papa Felice III, nel 483, legato .di'imperatore Zenone per lo scisma di Acacio.
Sorgeva la città ad un miglio, o poco più, dall'antica foce dtd Tronto, a S.O. sulla sovrapposta eminenza ora detta Cit ila. E colà, non alla foce del liume, i Liburni la fabbricarono, sia perche la bassa coita non porgeva la più comoda situazione,sia perchè il pendio del laCu'/M al mare era soggetto,come oggi, a scoscendimenti. Si trovano ancora in quel luogo pochi avanzi; ruderi più importanti invece si scorgevano t poca distanza sopra un'altra eminenza detta l'olle di Civita, non multo lungi da Colonnella. Se questa sia stata l'acropoli di Truento, o il luogo dove i T ruoti ti ni si restrinsero e fortificarono dopo le prime devastazioni barbariche, non è ben certo. Nei susseguenti tempi vi ¦orse Ch'ito Tatuo crhi ara, la quale fu abbandonata verso la metà del XV .secolo. Presso i due colli accennati, rie sorge un terzo, in cui cosi scarsi sono gli avanzi, che si dubita se vi si estendesse Truento. — Accanto all' tirata, nel luogo detto S. Giovam i, -.i ammira l'avanzo di uu fabbricato a calcestruzzo, cosi nel pavimento, come nelle mura e nella volta. — Siili' antica foce del Tronto poi i Paluiepsi avevano un castello navale, o emporio, soggetto alla città e contradisti«to dagli antichi col nomo di Castrum Truentinum, che sembra edificalo esso pure dai laburni, e che fu poi accresciuto di popolazione •• di fortificazioni d.ii Romani, (piando congiunta la via Flaminia alla Salaria, dovettero munire la prima stazione che posero appunto in Cantra Trumlirw. Castro Truentìno sorgeva nel luogo detto ora Torri a Tronto, paese che durò tino al 1438, presso I' antica foce del fiume. I n luto delle mura che si scorge .accanto » la linea occidentale della via, a un miglio circa a S. del luogo detto Torre di Martin Siluro, sulla qual torre fu posta ai tempi di Carlo V un'iscrizione, c P avanzo dell' antichissimo castri'.
§ G. Itinerario della Tallo Castellana.
Questa amplissima valle è poco conosciuta, perchè di non comodo accesso ; qui accenneremo agli itinerari per accedervi. Essa si stende fra le due vie provinciali Aquila-Ascoli (v. pag. 41) e Teramo-Ascoli (v. pag. 72).Costituisce il territorio di due Comuni, formati da frazioni mollo sparse, in suolo boscosissimo e pittoresco. Attraverso questa regione corre una via detta di /{osco Mar teso. Questa via attraversa tutta la parte montuosa della provincia di Teramo, fra Valle Castellana e Rocca S. Maria e va a riunirsi con la via provinciale Aquila-Ascoli. Da poco ul-tiinata, serve di naturale congiungimento fra le tre provincie. La via fu costruita a cura del Governo.
Essa si stacca dalla via Penne-Teratno-Ascoli ncll' immediata vicinanza della porla S. Giorgio di Teramo e comincia subito a salire il contralTorte che separa le due vallale del Tordino e della Vezzola e che va a congiungersi alla catena del Gran Sasso alle origini del Castellano. In tutto il suo sviluppo sale continuamente con pendenze che generalmente variano fra il tt e il 6 per cento e qualche rara volta sono inferiori.
Ma, eccetto nel primo tronco fino a Torricella Sicura, questa