Stai consultando: 'HATRIA = ATRI ', Dr. Luigi Sorricchio

   

Pagina (131/332)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (131/332)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   128
   LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMA
   degl' Italici che con quello di Roma, era andato ad assalire. Scipione combattè felicemente a Zama contro il grande avversario, che scomparve dalla grande scena politica, mentre Cartagine veniva sottomessa (552 = 202).
   Roma e le colonie latine defezionate. — La secessione delle dodici colonie latine col conseguente provvedimento del Senato romano di lasciare impregiudicata la quistione tino al termine della guerra, aveva prodotto questo effetto, cioè che per esse avevano dovuto supplire le altre diciotto rimaste fedeli. Queste, non ostante l'entusiasmo patriottico con cui avevano risposto all'appello di Roma, si sentivano però oramai esaurite e stanche da diciassette anni di guerra. I soldati di Canne - quei pochissimi scampati dalla strage - erano stati sotto le armi quattordici anni. Ma quel che più era doluto ad Atri ed alle altre città fedeli, era stato il portare sopra i loro insopportabili carichi anche il soprassello delle dodici defezionate. Roma pareva, per tema di peggio, che volesse dimenticare l'affronto; trattavasi però di una vera rottura del patto federale che creava il casus belli. Per questo, Roma avrebbe dovuto dichiarare la guerra alle dodici città fedifraghe ; ma ella evidentemente temeva, facendolo, di suscitare troppo pericolose complicazioni e spezzare addirittura la federazione latina. Annibale era stato vinto, ma non era spento. Intanto le diciotto fedeli mormoravano giustamente che, col peso da esse sopportato per le infedeli, la loro costanza e fermezza era stata castigata, mentre, al contrario, erano rimaste premiate le fedifraghe, che da sei anni non davano più contingenti e tributi di guerra e vivevano prospere e tranquille. L'eco di questi lamenti fu portata in Senato. Livio narra (XXIX, 15) : « Dovendo, essendone il tempo, trattarsi del sup-« plemento delle legioni nelle provincie, e tolto ornai, per « benignità degli Dei, il timore di dovere più oltre soffrire, « da alcuni senatori furono sottoposte a risoluzione quelle cose, « che, nell' incertezza delle passate vicende, erano state fino « allora tollerate. Sottoposero, quindi, alla risoluzione dei