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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMA
   archeologi attribuiscono a questa guerra. Ne può dubitarsene. I luoghi dove le ghiande missili furono rinvenute ed i motti scritti su di esse lo dicono chiaramente. Si rinvengono, difatti, ili grandissimo numero, principalmente nel Piceno tra Ascoli e Fermo, dove più fieramente si combattè, e portano scolpiti i nomi d'Italia, di Roma, di Fermo, di Ascoli, di Hatrìa, del comandante italico-piceno (Lafrenio) e di quello romano (Pompeo Strabone). Tali testimonianze chiariscono, completandolo, il racconto di Appiano. Il che noi vediamo appunto per rispetto alla parte presa da Atri alla grande guerra. Nessuna parola fa Appiano o altri della nostra città, se non nel senso comprensivo e per esclusione quando 1' uno e gli altri affermano che le città di nome latino tennero fieramente per Roma, principalmente nel centro d'Italia. Eppure Atri non potè avere poca parte in quegli avvenimenti, se i suoi missili colla leggenda HAI— rinvengonsi dovunque, e segnatamente nel Fermano e sotto le mura di Ascoli, dove, fedelissima sempre, essa spiegò ancora una volta e con maggior vigore la sua forza, combattendo i fratelli e comprimendo la propria ragione in difesa di Roma. Il genio politico romano aveva posta l'indomabile Ascoli tra due fuochi : Fermo ed Atri, di nome latino.
   Atri e il Pretuszio. — Q. Poppedio Silone, allorché apprese la rivolta di Ascoli, per quanto non fosse tutto pronto per una generale insurrezione, giustamente opinò che tutto era perduto se i federati indugiassero a prendere le armi. Sollevò quindi immantinente i suoi Marsi, e corse per le altre regioni, colle quali eran presi gli accordi, per affrettarne il movimento. Levavansi così in armi i Peligni, i Ve-stini, i Marruccini, i Frentani, i Sanniti, gì' Irpini, secondo il concorde asserto di Strabone (V, 8), di Livio (Epit. 12) e di Appiano (De Bell. civ. I, 39,). Nessuno fa menzione di Atri e neppure dei Pretuzziani, col quale nome potevano indicarsi come vedemmo, tanto gl'indigeni spodestati, quanto i coloni usurpatori di Atri e di Castro. Non si dice che alle notizie