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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
   159
   se non facevano arrendere la città ; e che i padri, impavidi a tale minaccia, lasciarono uccidere i proprii figlioli, dicendo di aver modo di crearne altri. Mal munita e non soccorsa a tempo, Pinna alfine fu presa e fieramente trattata dai federati. Le cose della guerra prendevano pessima piega pei Romani ; e se gli Atriani andarono, come è da supporre, in soccorso dei Pennesi anche senza promuoverne la defezione, ebbero una dura sconfitta, che li costrinse a ricacciarsi entro le mura per pensare ornai ai casi proprii.
   Il console L. Cesare, battuto dai Marsi e dai Sanniti di Vezzio Scatone, ebbe a grazia di potersi rifugiare in Isernia, che, stremata per fame, dovè in seguito cedere insieme al presidio romano. L'altro console Rutilio fu massacrato in un'imboscata con otto mila de' suoi. Il suo luogotenente ebbe la stessa sorte coli'intero esercito presso il fiume Toleno. Egnazio, sannita, prendeva Venafro, massacrandovi due coorti romane; Papio Mutilo debellava Minturno, Acerra, Nola, No-cera, Stabia, Salerno, costringendo i vinti, diecimila fanti e mille cavalli, a passare dalla sua parte. P. Crasso, vinto da M. Lamponio, chiudevasi in Gru mento, che venne espugnata anch'essa dopo lungo e duro assedio.
   Guerra nel Piceno. — Nè le cose procedevano pei Romani nel nostro Piceno meglio che altrove, durante lo svolgersi dei fatti su accennati. Il maggiore sforzo era stato naturalmente rivolto contro i Marsi e gli altri popoli Sabelli del centro che più da vicino minacciavano la capitale. Ma poiché Rutilio e Cepione, cui tale compito era affidato, miseramente si lasciarono prendere e massacrare coi loro eserciti, il terrore ed il lutto di Roma giunsero al colmo. Rimaneva Gneo Pompeo Strabone, che operava nel nostro Piceno. Suo obiettivo strategico era isolare e sottomettere Ascoli, centro e focolare della ribellione. Per raggiungerlo, assegnò alle legioni di Castro e di Atri, verosimilmente rafforzate da lui, il compito di distrarre e tenere a bada i nemici sul lato meridionale di Ascoli, mentre egli, col grosso dell'esercito,