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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
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   assunto, ma è anche il più importante, in quanto essa guerra potrebbe chiamarsi picena o meglio ascolana, con non minor ragione di quella per cui fu detta marsica
   Evidentemente tanto più sagacemente operò Gneo Pompeo Strabone quanto meno accortamente agirono i duci piceni della lega. Costoro, invero, non seppero trarre alcun profitto dalla segnalata vittoria di Falerio, sbandandosi dopo averla conseguita e commettendo cosi il più esiziale degli errori. Al contrario, mentre Vidacilio e Ventidio, anziché stringere fortemente Fermo e costringerla a capitolare, si allontanarono per altri scopi, lasciando a guardarla più che ad assediarla il solo Lafrenio, Strabone con ponderata prudenza se ne stette per qualche tempo quieto ed attese a rafforzarsi, giungendo a radunare più tardi sotto i suoi ordini, secondo Velleio Patercolo (11, 21), ben settantacinque mila uomini, che portò contro Ascoli.
   Alle spalle di Lafrenio giungeva frattanto Servio Sulpicio, che lungo la via, dall' Aterno in su, non avrà mancato di rafforzarsi in Atri ed in Castro, come ce lo provano, rispetto ad Atri, i suoi soliti missili epigrafi rinvenuti in quel di Fermo. 1 Vi giungeva impensatamente, mentre Lafrenio era accampato sulla destra del fiume Tenna. Pare che la città assediata fosse così libera de' suoi movimenti da permettere a Strabone d'accordarsi con Sulpicio in una mossa simultanea diretta a prendere in mezzo Lafrenio. Accadde, infatti, che mentre Strabone faceva un' impetuosa sortita contro gli asse-dianti, questi venivano assaliti di dietro da Sulpicio, che, a maggiormente intimorirli, ne incendiava gli accampamenti. Quest' ultimo fatto fini per sgominare totalmente i federati, che si diedero a fuggire disordinatamente verso Ascoli, mentre il loro duce, impotente a trattenerli, cadeva sul campo.
   Guerra d'Ascoli. — Strabone aveva preso la rivincita. Uscito vittoriosamente da Fermo e congiuntosi con Sulpicio,
   1 De Minicis, Sulle antiche ghiande missili. Roma, 1852.
   sokhicchio.
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