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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
   227
   CAPITOLO VII.
   Neil' impero degli Augusti del III secolo.
   (192-306).
   Entriamo come in una valle cupa e tenebrosa, per un cammino lungo, interminabile, in una vera notte dei tempi, che si prolungherà per poco meno di un millennio. In tale notte non abbiamo che rari e brevi bagliori, eppure in essa tutto un mondo crolla e si rinnovano ab imis le coscienze, anzi queste si creano a dirittura in contrasto con idee assolutamente antitetiche. Quanto più interesserebbe il conoscere, meno ci è dato ; e la storia di un piccolo popolo colto e civile, nei conflitti morali della psiche collettiva, vale quello di un grande.
   Dopo 1' uccisione di Commodo (192) e la conseguente secessione militare di Pertinace, Didio Giuliano e di Albino, si stabilì sul trono imperiale la dinastia africana di Settimio Severo, nativo di Lepti, la quale nella persona sua, di Cara-calla suo figliuolo, degli affini Eliogabalo e di Alessandro Severo (meno il breve periodo di Macrino) lo tenne dall'anno 197 al 285.
   A Caracalla, ossia a M. Aurelio Antonino Augusto, Pio, Felice, Partico, come egli intitolavasi, fu eretta in Atri una statua od altro monumento, non sappiamo per qua! motivo, nell' anno del suo quarto consolato, ossia nel 213; il che rilevasi dall' iscrizione n. 5013 del Corpus, ritrovata. « Hadriae « cuìu nova via facta est circa moenia sub domo Cherubini, « ubi extat ». Un' altra epigrafe votiva a Giove Massimo Do-liceno, per la salute dell' imperatore Alessandro Severo, è attribuita alla nostra Atri dal Muratori, che la riporta a pag. 9, n. 9 del suo Thes. vet. inscript. Egli dice che 1' epigrafe un tempo trovavasi in Adriae de Aprutio in tabula ahenea, come rilevasi dalle schede Farnesi, ed in ultimo presso Francesco