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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LIBRO IV - HATRIA MUNICIPIO E COLONIA ROMANA
   Bianchini in Roma. Il Mommsen (vedi n. 2313 del Corpus) la restituisce ad Adria del Polesine. Effettivamente oggi essa si trova nel museo di Verona, e vi era al tempo del Maffei che la pubblicò traendola di là. 1 Comunque sia la cosa, ecco 1' epigrafe :
   PRO SALVTE IMP • CAESAERIS (sic) M • AVRELI SEVE RI ALEX AND RI PII FELICIS • AVG • IOVI OPTIMO MAXIMO DOLICENO
   Il voto a Giove Doliceno per la salute dell' imperatore fu probabilmente fatto alla vigilia della sua partenza per la spedizione persiana nell'anno 231. Per quanto possa parere strana, faccio l'ipotesi che tutti i luoghi adriatici, nell' occasione della traversata marittima di Alessandro per la lontana guerra, facessero un eguale voto a Giove dalmata o doliceno, ed in eguale forma, su di un modulo, diremo così, officiale.
   Rammenteremo per la continuità del racconto che da Com-modo a Diocleziano, l'impero, in mano dei pretoriani e delle legioni che elevavano al soglio e trucidavano i loro comandanti, in novantadue anni fu venticinque volte vacante. Diffìcile è tracciare la storia generale di questo periodo, impossibile quella particolare e locale. Diocleziano, riunite nelle sue mani le redini dell' impero (285), chiamò a suo collega, nominandolo Augusto, Massimiano Erculeo, per avere un aiuto nella difesa dei minacciati confini ; per la quale ancora nominò Cesari due provati generali, Galerio e Costanzo Cloro. Diocleziano si riserbò l'Oriente cominciando cosi a spostare da Roma il centro dell' impero. L' Occidente coli' Italia rimase a Massimiano, che per meglio difendere questa e il resto, pose la sua stanza in Milano.
   Diocleziano nel 305 depose le insegne imperiali e si ritirò
   1 De-Vit, vedi Adria e te sue antiche epigrafi, voi. II, pagg'. 88-91.