CAPITOLO Vili.
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poco, rispetto alla collettività, quando non si accompagnino, a non lunga distanza, allo stabilimento di chiese e gerarchie sacerdotali. Martiri nativi della regione che poi si disse Abruzzo, a dir vero non si conoscono ; con che non intendiamo escludere in modo assoluto che vi sieno potuti essere. Però ci appare di gran peso il fatto che le più antiche religiose tradizioni nostre non accreditano racconti di martiri locali ; esse si aggirano intorno a riconosciuti illustri martiri forestieri, talvolta acconciandone la storia della morte per trovarvi qualche rapporto locale in racconti che la Chiesa non sempre convalida. Così abbiamo le pie leggende intorno alle reliquie di S. Tommaso apostolo per la cattedra di Ortona, di S. Giustino per quella di Chieti, di S. Pelino per quella di Forcone e di Valva, quelle intorno al martirio dei Ss. Simplicio, Costanzo e Vittoriano, gallici e protettori dei Marsi. Più vicino ad Atri abbiamo S. Massimo, protettore di Penne, coi suoi compagni in martirio Ss. Comizio, Donato, Luciano e Venanzio, che sarebbero stati affogati nell'Aterno presso Casan ria al tempo di Diocleziano, e le cui ossa sarebbero state trasportate a Penne dal vescovo Grimpaldo o Giraldo fin dall'anno 864. Il racconto par fatto per nobilitare ancora più le origini di Casauria.
In Atri non potè invece attecchire neppure la leggenda cristiana primitiva, che, in mancanza di migliori appoggi, ha quello non spregevole del culto secolare e tradizionale, poiché non possiamo dare neppure il valore di leggenda alla favola di S. Epafrodito, uno dei 72 discepoli di Cristo, che predicò il Vangelo in Atri e ne fu il primo vescovo: trattasi di una raffazzonatura di un ingenuo cronista del secolo xvn senza base neppure di tradizione e di culto locale. S. Epafrodito venne fuori in quegli anni di lotte e di gelosie chiesastiche fra le due città, per non rimanere al disotto dei Pennesi, che dal loro canto avevano inventato S. Patras, altro discepolo di G. Cristo.
Veniamo ora alle fondazioni ecclesiastiche locali, le quali non devono ricercarsi prima dell'età costantiniana.