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Parte II - I cinti di Apruzio.
nou si opposero; nè per altro abbiamo alcuno indizio, che mostri questi due personaggi avversi ai Normanni, anzi vedremo nel seguente paragrafo le prove della loro adesione ai nuovi signori; 2 Che i nomi di Roberto e di Guglielmo, se sono normanni, sono altresì longobardi, per la semplice ragione, che l'uno e l'altro popolo furono di lingua e di sangue germanici ed usarono perciò gli stessi nomi; ?>n Che, se non proprio giuramenti, promesse formali verso i vescovi locali abbiamo visto anche nei eouti precedenti: 4 Che inoltre tali giuramenti erano in uso allora anche presso i principi longobardi, siccome vedremo qui innanzi (§ 6); ó Che da ultimo non si può agevolmente ammettere, che due personaggi dello stesso nome, dello stesso titolo, del medesimo dominio e di epoca si vicina, quali appaiono nel cartulario nel 1122 e nel 1140 i conti aprutini Roberto e Guglielmo, sieno fra loro diversi. Ci pare dunque di aver cosi dimostrato chiaramente, come l'esistenza dei sei fratelli de Aprutio, così l'identità di cluedi loro, Roberto e Guglielmodel 1122 con Roberto e Guglielmo del 1140, tutti citati sull'ora smarrito cartulario dal Brunetti e dall'Antinori, ambedue scrittori d'indubitata fede storica.
ó. Ammessa dunque tale identità, identica necessariamente deve stimarsi la famiglia, a cui Roberto e Guglielmo appartennero, ed inoltre longobarda la legge da loro professata nei due giuramenti, da noi riportati in line (doc. XV e XVI) ed in cui ambedue con egual forma e diritto compaiono. Solo una difficoltà, a cai può dar luogo il modo in cui Guglielmo ci si presenterà nel catalogo dei feudatari normanni del .1161, da noi più innanzi esaminato (n. XVI. § 3), merita eli essere qui discussa e svolta. Ivi egli, difatti, dichiarando di toner tre feudi dal maggior fratello conte Roberto, ne appare suffeudatario; il che potrebbe far credere, che in que-