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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   122 l'arte II - I conti di Apruzio.
   ti ne. si ritraesse in Ascoli a vivervi de' beni ivi rimastigli fuor degli artigli normanni e che fini poi co) donare al vescovo e conte della citta, che forse gli aveva apprestato l'ultimo asilo?
   Cosi noi pensiamo di potere spiegare i due fatti: quello di Guglielmo sufl'eudatario in tre territorii del suo maggior fratello Roberto e l'altro della scomparsa rapida c contemporanea di quattro fra i sei fratelli eie Aprutio. Non sappiamo se tali nostre ipotesi avesse a suo tempo voluto accettare il Palma, o voglia oggi ammettere il nostro lettore ; ma questi, se esse non gli garbino e il nostro argomentare gli paia troppo sottile, salti a pie'pari questo paragrafo e passi al seguente.
   6. Ma ad altre considerazioni danno luogo i due giuramenti. Il Palma, oltre il trarne, come abbiamo veduto, pei due fratelli Roberto e Guglielmo la professione della legge franca e la stirpe normanna, sentenza da noi combattuta nell'antecedente paragrafo I, ne argomenta la « non vantaggiosa opinione della lealtà dei Normanni » da parte dei vescovi aprutini (1). Ma checché si fosse di tale opinione, certo si 6 che simili giuramenti erano cosa ordinaria, e, diciamo anche, necessaria in que'tempi, ed il Palma stesso cita dal Muratori (2) il giuramento, che nel medesimo tenore prestò nel 1005 Corrado II ad Urbano II. Ma, a miglior prova del nostro assunto, addurremo i giuramenti, che davano i principi, di sangue longobardo non solo, ma anche nemici de' Normanni, quali erano i principi di Capua. Ne scegliamo due dal Gattola: il primo, di Riccardo II. assicura nel 1102 all'abate cassiuese il possesso del castello di Pontecorvo (3):
   (1) Palma, op. e loc. cit.
   (2) Muratori, Annali il'Italia, ad an. 1005.
   (3) Gattola, Accesa. a:l li taf. Cosili, voi. I, p. 222.