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GIUSEPPE DEVINCENZl
Quanti giovani accogliete dunque, io soggiunsi, nel vostro laboratorio?
Nessuno, rispose.
Ciò mi recò grande sorpresa: o come si laureano o si licenziano dunque?
Annualmente io dovrei avere, egli continuò, 20 o 25 posti per 20 o 25 giovani per le esercitazioni di chimica; non ho che due soli posti; come potrei io accoglierne 25? E questi due posti si sogliono occupare da quelli che intendono divenire insegnanti di chimica agraria.
Nondimeno i giovani sono laureati; i regolamenti esistono, e noi dobbiamo credere che vi sia una istruzione agraria superiore; e invece non vi è nè punto nè poco.
Ricorderò ancora alcune altre cose per fare intendere il falso concetto e la falsa ria in cui noi, fino dal principio, siamo entrati in fatto di istruzione agraria superiore.
Dopo l'Esposizione universale di Londra del 1862 si costituì il Museo industriale italiano. Questo Instituto destava grandi speranze. Gli fu dato un ampio ordinamento; vi si stabilirono varie sezioni d'insegnamento superiore per le industrie meccaniche, per le industrie chimiche e metallurgiche e per l'agronomia. L'insegnamento agrario vi fu ordinato con speciale amore dovendo intendere ad educare all'agricoltura i proprietari delle terre, i direttori di aziende ed i futuri professori dei vari insegnamenti agrari che si pre-vedea dover fondare. Dirigeva questo insegnamento superiore agrario il mio amico Gaetano Cantoni, che voi tutti conoscete. Era il roseo tempo della speranza, e confesso che anche io vi sperava molto. Che cosa ne avvenne?
Sopraggiunse dopo pochi anni un nuovo Ministro d'Agricoltura, e la prima cosa che fece fu di sopprimere la sezione d'insegnamento agrario superiore in quell'Instituto.
Se quell'insegnamento superiore agrario non fosse stato soppresso, ora non avremmo a lamentare che abbiamo grande penuria di professori teorici e pratici, che nelle classi elevate vi sia tanto poco amore per l'agricoltura e che torni fin difficilissimo di rinvenire chi possa sol sopraintendere ad un'azienda rurale.