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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   INsEGNAMENTO AGRARIO
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   deve insegnarsi ora l'agricoltura a coloro che un giorno \>o tranno poi veramente promuoverla.
   l'agricoltura, o Siguori, è a questi giorni una grande scienza, e come tale vuole essere insegnata. Come bo già detto che tale non era prima del 1840, ora posso afferurare che sia una scienza, e delle più esatte fra le scienze speri-meutali, e dalla quale chi la conosce può trarre le più valide previsioni per le pratiche coltivazioni.
   Prendiamo pure una delle nostre scuole superiori; paragoniamola per esempio a quella di Hoheneim, a quella più recente fondata in Francia sotto la direzione del Boussingault.
   Ma, Signori, sarebbe questo uu paragone che io non farei per onore della nazione.
   Noi entrammo in una falsa via col non promuovere a tempo l'istruzione agraria superiore sia sopprimendo il nuovo Istituto stabilito a Torino presso il Museo Industriale, sia coll'abbandonare la scuola agraria di Pisa e sia col non ben fondere le due altre scuole.
   Se avessimo avuto il coraggio di spendere quello che le altre nazioni spesero per l'insegnamento superiore agrario, ora non ci troveremmo in queste condizioni. L'opinione pubblica non sarebbe divenuta così indifferente, e vi sarebbe fra noi per l'agricoltura quell'amore e quel desiderio che vi è negli altri paesi; e quest'amore e questo desiderio sarebbero stati di grandissimo giovamento per conseguire molte utili riforme; perocché non ci può esser Governo che si rifiuti di aderire ad esigenze giuste e ragionevoli di un paese.
   In Italia siamo in queste condizioni. La nostra agricoltura è abbandonata quasi per ogni dove al contadino, il quale nulla sa; la nuova scienza, che ha già prodotto miracoli altrove, è restata inutile per noi. Se l'onorevole Ministro d'Agricoltura, Industria e Commercio tornasse sopra certe pubblicazioni, che egli ha fatte di bilanci di coltivatori, si spaventerebbe, perchè vedrebbe che non vi è nessun infimo operaio in Europa ehe si trovi in peggiori condizioni Certi nostri coltivatori; e cito, ad esempio, gli affittitali