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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   GIUSEPPE DEV1N0ENZI
   nuove scuole, ckè anzi io voterò questa legge, ma per ri-chiamare l'attenzione dell'onorevole Ministro di Agricoltura sulle seguenti considerazioni: primo: che le scuole sono elementi di prosperità futura e non presente; secondo: che c'ò qualche altro mezzo più potente con cui si possa e debba provvedere presentemente ai bisogni dell'agricoltura nazionale; terzo: e qui fo una dichiarazione solenne (mi permettano la parola) che sia un errore, che il sistema d'insegnamento agrario, il quale è difficilissimo per sè stesso, ed intorno a cui si sono occupati seriamente grandi ingegni in Europa, debba in Italia trovare anche quest'altra difficoltà, che un Ministro ne abbia ad avere una parte e un altro Ministro un'altra, in guisa che le sparse membra di questo corpo non possano ricomporsi, ma continuino a rimanere invece un'accozzaglia informe di differenti principi e di differenti concetti.
   Quindi, io prego instantemente l'onorevole Ministro, che con tanto ardore si è posto a sorreggere la pericolante agricoltura italiana, di richiamare l'attenzione de' suoi Colleghi sulla necessità assoluta che tutto'l'insegnamento agrario sia nelle mani del Ministero di Agricoltura.
   Restino, o tornino, pure nelle Università gii insegna-meuti di economia rurale, qual parte degli studi di coltura generale e di educazione politica, ma non nell'intento di far degli agronomi e dei coltivatori, come vi deve restare, qual parte delle scienze naturali, l'insegnamento della fisiologia vegetale; ma tutti gl'insegnamenti di agricoltura, che hanno per scopo di fare degli agronomi, dei grandi e piccoli agricoltori e degli insegnanti, nei quali la scienza non mai dev'essere disgiunta dalla pratica, si riuniscano, come in propria sede, in quel Ministero istituito a vantaggio dell'agricoltura.
   In uno degli ultimi discorsi che ho avuto con un illustre uomo, il quale più di ogni altro in Europa si ò occupato dell'istruzione speciale, tecnica ed agricola, il generale Morin, egli, con gran compiacenza mi eliceva quasi queste precise parole: « Io non ho fatto nulla in mia vita », sebbene ognun sappia quanto abbia fatto per la scienza e per