Stai consultando: 'Opere Complete Volume Terzo', Giuseppe Devincenzi

   

Pagina (362/510)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (362/510)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!



[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Della Società dei INUMI italiani e della ricchezza nazionale
   INDIRIZZO Al PROPRIETARI ED AI COLTIVATORI del Senatore G. DEVINCENZI, presidente della Società.
   Come la vigna è la coltivazione la più ricca che possa farsi in Italia, cosi è la più povera, seeondo le buvne o le cattive pratiche che si seguono.
   I.
   Della necessità in Italia di provvedere al progresso dell'agricoltura.
   La prosperità generale e la potenza della nazione sono in Italia connesse colla floridezza dell'agricoltura. La fonte principale del nostro benessere finora non è, e non può essere, che l'agricoltura; perocché non vi ha alcun altro ramo di ricchezza che si possa più agevolmente a questi giorni venire svolgendo. Bisogua considerare che pel piccolo sviluppo delle altre industrie almeno quattro quinti delle nostre popolazioni non ritraggono la loro vita che dall'agricoltura, e dalle industrie e dai commerci che direttamente ne derivano. Donde la somma importanza, per pubblica e privata utilità, che la presente generazione degli italiani faccia ogni opera per promuovere il progresso dell'agricoltura. Ed innanzi tutto dobbiamo renderci persuasi, che il Governo può, e però deve contribuire a promuovere questo progresso, ma che da sè solo non può che far poco per quanto pur faccia. Va resa giustizia al Ministero dell'agricoltura, dell'industria e del commercio, che mediante l'operosità della Direzione speciale mostra di sentire altamente questo dovere; e basterà per persuadersene porre sol mente alle infinite ed importanti pubblicazioni che del continuo ne vediamo venir fuori. Ma sventuratamente quella Amministrazione spesso si agita come nel vuoto, e non rincontra intorno a sè alcun corpo