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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   884 GIUSEPPE DE VINCENZI
   s'ingannano meno. E anche uomini rispettabilissimi, e certo in buona fede, non di rado concorrono a questi inganni. Molte cose per sicuro sono utili al benessere delle classi operaie, e sta bene che intorno ad esse ci affatighiamo. Ma siamo cauti di non viziare la sana opinione, che ognuno deve farsi del modo come migliorare le proprie condizioni, e di non lasciar credere che da altro che dal proprio lavoro e dalla propria previdenza possa principalmente derivare il benessere ad alcuno. Anche dai migliori intendimenti possono alle volfce scaturire dei grandi mali. Quale intendimento in apparenza più santo di quello dei passati tempi in Inghilterra allorché sotto la forma la più benevola vivea l'antica legge de' poveri? Ogni povero doveva esser nutrito a spese della rendita delle terre in ciascuna parrocchia, e solo ciò che ne rimanea era del proprietario. E sotto quel regime per modo crebbe il numero degli oziosi e dei poveri, che quel paese si sarebbe demoralizzato; anzi perduto del tutto, se nuove e provvide leggi non fossero venute a por line a tanto male. Quelli che altre volte sarebbero stati degli oziosi e dei poveri sono ora degli onesti, industriosi ed a-giati operai, che non poco contribuiscono alla prosperità di quella nazione.
   Nello stato attuale d'Italia noi dobbiamo aver sempre presente alla mente che le nostre sorti in generale, che le sorti delle nostre classi più bisognose in particolare, non possono veramente migliorare che col miglioramento dell'agricoltura, a cui i proprietari delle terre, e segnatamente i grandi proprietari, debbono concorrere coll'intelligente direzione e coi capitali, i coltivatori coll'energico, incessante ed intelligente lavoro, e se Attuali inoltre con adeguati capitali, ed il Governo con rimuovere gli ostacoli, che dai privati non possono essere rimossi. Vo' qui ricordare, ad e-sempio, un fatto che addimostra eiò che possa conseguirsi dai proprietari, che danno opera all'agricoltura anche nel difficile caso della mezzadria. Un proprietario di vaste terre, da cui era stato lontano per molti anni, ma non per sua volontà, tornato trovò quasi tutte le famiglie dei suoi contadini ridotte a tale spaventevole miseria che non saprei