884 GIUSEPPE DE VINCENZI
coltivatori di vigne, noti manifattori e negozianti di vino, uomini eminenti per scieuza; e vi furono discusse ed imparate cose importantissime. Nè questa riunione potea essere più utile di quello che fu; perocché 110 rivelò le vere piaghe dell'enologia italiana.
La varietà delle pratiche e la incertezza delle opinioni intorno ai principi fondamentali, ed ornai inconcussi altrove ed in scienza, sulla coltivazione della vigna e sulla vinificazione, si trovò esser sì grande nelle nostre varie Provincie, e forse diremmo meglio fra coltivatore e coltivatore, e fra manifattore e manifattore, che chiaro si vide perchè quest'industria, che potrebbe costituire la principalissima delle nostre ricchezze, nou di rado riesca di fastidio e di dauno a chi l'esercita. Eppure non vi ha difetto in Italia di lodevoli esempi di coltivazione di vigne e di manifattu-razione di viui; non mancano in alcuni luoghi vini, che per la loro quantità possono ben sostenere il paragone anche dei più famosi vini di oltremouti. Ma questi esempi non sono per lo più che dei fatti isolati, che quasi sempre restano ignoti all'universale, e però o poco o punto tornano utili. Quindi sovente spese enormi, che con poco criterio specialmente si fanno nella coltivazione delle vigne, ed il più delle volte per comperarsi dei mali a carissimo prezzo.
E per non toccar che delle cose principali, ricordiamo qui la niuna cura che in molte contrade si mette nella scelta delle viti quando si pianta la vigna, anzi la quasi comune o^nione che la vigna vuol esser composta di molti e sva-riatissimi vitigni, acciò, secondo l'andamento delle stagioni, quando gli uni non producono, possano produrre gli altri; e non si pone mente, tralasciando pur altre considerazioni, che per le mutate proporzioni delle varie uve si ottengono così ogni anno vini diversissimi. Ed invero in molte Provincie non solo non troviamo un coltivatore, che produca un vino simile a quello di un altro, o un vino di una cantina, che rassomigli a quello di un'altra, ma niuno può affermare che in una stessa cantina il vino di una botte non sia dissimile da quello di tutte le altre. Da altre cagioni inoltre deriva questa infinita varietà dei nostri viui annual-