ART. IV. Agricoltura.
Quale il suo vero stato, a quale miglioramento potrebbe giungere'. mezzi per ottenerlo.
Cos'è la nostra agricoltura? Se aprite i libri dei nostri scrittori vi leggerete che è rozza, barbara, bambina; le cause del suo pessimo stato non altro essere che l'incuria, l'indolenza, l'ignoranza, i pregiudizi, i quali sostenendo le vecchie pratiche, rigettano i miglioramenti, che la civiltà e le scienze hanno introdotto fra le altre nazioni. Tutto falso o esagerato. Ma non dovrebbe migliorarsi? Certo che sì. E quali saranno i mezzi? forse i libri, le accademie, le macchine, le teoriche istruzioni? No, io dico. Volete più produzioni agricole? Aumentate i consumatori, e subito la terra darà copiosi frutti, che sorgeranno come per incantesimo. Quindi il miglior incoraggiamento che possa darsi alla coltivazione è l'accrescere le arti. Ed è questo il grande, il vero motivo della prosperità dell'inglese agricoltura. Ivi grandissimo numero di artieri, di marinari, di scavatori di miniere i quali han tutti bisogno' di comprar pane, carne e birra; dunque copioso spaccio di tali generi, assicurato dal monopolio, attesa la severa proibizione dell' entrata di simili prodotti, onde tutto il profitto sia dell'inglese coltivatore. Né si tema che l'adire le braccia [alle manifatture ed al commercio sia il toglierle alla terra poiché per questa non mancheranno giammai. Testimoni i perimetri delle grandi città. Ivi molti consumatori: dunque floridissima