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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   404- OPERE COMPLETE
   marine. È meglio potar male che non potar affatto, o troppo risparmiare i vecchi rami languidi. Nuoce anche il ritardare la potagione oltre il biennio; eccetto che nei terreni soverchiamente magri, ne' quali la riproduzione dei rami è lenta e stentata. Il gran segreto però di aver molte ulive è di profondere alle piante molto concime. Ciò si è sempre adoperato nel pennese, e si e cominciato a praticar nel teramano. Le colombine, che prima si vendevano agli ascolani per le canapine, sono ora per lo più date agli ulivi, né si trascurano i ritagli di cuoi e di coma che possono aversi. Le zappature di estate giovano a raffrenar la caduta de' frutti, ed alla miglior vegetazione della pianta. Nel secondo distretto negli uliveti più vicini ai paesi si tralascia la semina dei cereali, affinchè non consumino i succhi riserbati tutti all'ulivo; ed il sig. Casamarte giunge alla diligenza di coprire i tagli della potagione colla solita mistura di argilla e di stereo vaccino.
   Noi non abbiamo bisogno d'innestare gli ulivi, non avendone di quelli nati dal seme, provenendo i nostri rampolli educati al piede di vecchi alberi esistenti o recisi, o da vivai fatti con rami di buccia gentile lunghi un palmo, scelti nell'atto della potazione senz'altro dispendio che di un uomo che li scelga e tagli. Questi si sotterrano interamente diritti in terren'o grasso, leggiero e ben divelto. Il primo metodo era più in uso anticamente, ma riconosciuto nocivo alle vecchie piante, ed insufficiente al bisogno delle molte moderne piantagioni, oggi si preferisce il secondo più sicuro e più pronto; poiché gittando i torcoli nel primo anno, danno frutto nel quarto o quinto nello stesso vivajo, ed allora si trasportano a dimora disposti a quincunce o a file tagliantisi ad angoli retti, distanti da 30 a 60 palmi. Quanto maggiore è la distanza, migliore è la riuscita ed il fruttato di ciascun albero, minore l'aduggiamento delle sottoposte biade; e vorrei che ciò ben si capisse dai nuovi piantatori.
   Tutte le ulive si colgono a mano, meno che in Castel-lamare, ove si coltiva una qualità di grosso frutto, che cade da sé. Questo difetto, ed il minor olio dato da tale varietà

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