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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   406 OfrEfeE COMPLfcffe
   cuocer mattoni. L'acqua, che sorte del frutto nell'atto della macina, è creduta nocevole alle piante ed urente. Espressamente l'ho fatta spargere in un prato, e nessun'erba ha cambiato colore. Va, anzi raccolta in apposita fossa, dove lascia, filtrandosi, un ottimo concime.
   Sarebbe desiderabile che qualche ricco proprietario 4ella nostra provincia facesse costruire un trappeto secondo vari nuovi metodi annunziati da' giornali, che risparmiano tempo e mano d'opera. Non avendone veduto alcuno in attività, nulla posso aggiungere intorno ad essi.
   Viti e vino.
   La vite è antichissima nella provincia. I romani stimavano i vini pretuziani. Da per tutto, sino ad un secolo addietro coltivavasi bassa a vigna, sostenuta da canne. Si cominciò di poi, particolarmente nel primo distretto, a piantarla a filoni affidata all'oppio (Acer campestre), preferibile di molto all'olmo, ed al pioppo usati in altre contrade; perché il primo soffre più la potagione a qualunque altezza, poco dirama le radici, non ismunge il terreno e meno ombra rende col suo raro fogliame. La vite fa uva di miglior qualità quando è tenuta bassa, e tanto più imperfetta quanto più vien innalzata, come nell'agro aversano, ove rampicando su per alti pioppi, non ostante il dolce clima ed il fertile terreno, produce Vàsprino.' Nelle vicine Marche gli oppi, piantati in file a riquadro, si fanno crescere da 10 a 15 palmi. Presso noi si tengono ali' altezza di uomo disposti in filoni paralleli distaiti 20 a 30 palmi. Ne' paesi limitrofi s'imita in parte il costume dei vicini. È legge di consue-tudine che nei filoni ogni arboscello disti dall'altro palmi 12. Nelle parti marittime si pongono quattro viti nell'intervallo, sostenute da canne. Vi è poi il pessimo costume di piantare in questi spazi frutti di ogni specie. Or questi aduggiando coli'ombra e colle radici le viti vicine, sono incomodati dai tralci di esse, che sui rami si avviticchiano. I diligenti possessori hanno proscritto qnest' uso, successivamente svellendo gli alberi da frutta nei filoni, e ripro-ducendoli in separati frutteti.

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