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essendoché i non possidenti sono esenti da ristori, e non sono le persone agiate che vanno a procacciarsi legne furtivamente.
Avverto i possessori di siepi ad eliminare l'abuso di rincalzarle di terra, colla sciocca idea di farle prosperare. Gli spini, com'ogni altra pianta legnosa, han bisogno di radicare più a fondo che sia possibile. L'alzar loro d'intorno il suolo fa perire le radici inferiori e li costringe a gettarne nella superficie. Non potendo però queste dilatarsi nel rialto assalite dal sole, ben presto si disseccano, e lo spino perisce. A ciò si aggiunge che per ridar terra alle fratte i contadini riserbano i tempi piovosi e ponendo al di sopra un vero loto impastato colle pale, esso s'introduce in modo che le piante non più rigettano, e si finisce con avere im greppo dov'era una siepe. Le siepi vogliono essere zappate in piano eguale al terreno adiacente e ripurgate dalle piante spontanee e soffocanti, come le falaridi, i galli, le edere, le vitalbe, le labrusche; ripopolandone i vuoti con piantine fornite di buone radici.
Boschi.
Eccomi all'argomento più interessante, sul quale oggi tanto si scrive. Tutto il mondo conviene che i boschi sono 1 distratti, che gli alberi di alto fusto son rari, che il legname da costruzione e da fuoco va mancando. I legislatori han fatto su tale articolo le più serie meditazioni, e molti provvedimenti si sono adottati in tutta Europa, come nel nostro regno, dove le cure dell'attuale ministro delle regali finanze vi sono rivolte con predilezione, avendo anche manifestata l'idea di proporre a S. M. a vantaggio de' boschi, premi e moderazione di tributo, e fatto interrogar sul proposito le Società economiche. È veramente questo un'oggetto da riguardarsi non tanto come la fortuna de' privati, quanto come la ricchezza dello stato. Se discorrendo degli altri rami di pubblica economia, io mi son mostrato seguace della massima: togliete gli ostacoli e lasciate fare; riconosco che per le selve ciò non basta, ma necessita la vigilanza e la1 cooperazione dell'autorità.