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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Di' PANCKAZIO PALMA • 413
   Ripeto che la nostra provincia conserva tuttora lungo le falde degli Appennini sufficienti boschi e vastissime cep-paje, ed i nostri rialti non presentano la desolante nudità dei .monti dell'aquilano e di altre provincie, non ostante le giornaliere devastazioni.
   È lo sboscamento ne' monti un male seriissimo, non solo per la diminuzione degli alberi e della loro riproduzione, ma per lo scoscendimento della terra e quindi de' rottami de' nuclei, che trasportati ne' fiumi bari contribuito al successivo dilatamento degli alvei, colla perdita di tanti fertili terreni; dovechè prima le piogge e le nevi, cadendo nelle alture coverte di boschi o almeno di ceppaje, trattenute dalle infinite radici, frondi e fogliami, non ne piombavano rapidamente; ma parte dolcemente scendevano, parte infiltrandosi attraverso l'humus e le fessure de' massi, alimentavano le sorgenti de' fiumi e questi, se meno rovinosi si mostravano nelle alluvioni, pili ricchi di limpide acque vedevansi nel resto dell'anno. Anche ne' luoghi bassi non può immaginarsi la differente rapidità e rovina di un fòsso, piantato nelle sponde di salici o di altri alberi ed arbusti, da altro che scorra attraverso, di nude sponde.
   Sì certamente, questi ed altri danni ha cagionato il soverchio dissodamento delle alture ; e con ragione si declama dagli economisti e fra essi dai nostri Delfico (Gio. Filippo), Nardi e Cornacchia. Ma ciò non basta. Si è invocata la legge, e già una perfettissima ne abbiamo, servita da numerosi impiegati, i quali non sono sufficienti ad assicurarci da ulteriori devastazioni. Ne io sono di quelli che vogliono impedite ai miseri montanari di ripararsi dal gelido clima con buone provvisioni di legna; poiché il taglio per ardere, facendosi superficialmente, non nuoce all'esistenza dal bosco, ben compensato dall'annua vegetazione. Solo vorrei impedire le incotte, o siano bruciamenti per coltivare, che tolgono ogni speranza di risorgimento. Ecco come si fanno in- alcuni luoghi. S'intaccano sino al midollo tutti gli alberi inferiori; quindi si atterrano i superiori, e questi cadendo naturalmente verso il basso, fanno scrollare i sottoposti. Al mucchio che ne risulta si appicca il fuoco,

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