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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   DI tANCfeAZIO PAtMA
   governo non bastano, perocché il contrabbando le elude in gran parte. Considero il contrabbando d'immissione come un gran male, meno come uu detrimento del tesoro, frodandolo del più equo de' suoi proventi, che pel danno dell'industria domestica. Se le leggi doganali si osservassero, avremmo ben presto tutte' le manifatture, almeno necessarie e possibili. In oltre il contrabbando di terra, il più ovviò nella nostra provincia, ci porta le merci dal porto franco di Ancona, dalle fiere di Ascoli, di Fermo e di Sinigaglia ; dopo aver pagato i dazi al Governo limitrofo, ed in tal modo ci rende effettivi contribuenti di quello stato, giacché i portatori; che tanto francamente superano la nostra linea, non rischiano mai di -eludere le dogane pontificie. Dopo varie disposizioni adottate ultimamente, si è alquanto rallentata la no-cevole immissione. Ad ogni modo le nostre arti vaii migliorando. La cartiera di Loreto era venti anni fa mieschinissima e non dava che carta dozzinale. Ora gareggia colle prime del regno per ogni qualità di carta, e per la quantità di essa. Non solo provvede varie provincie, ma ha un deposito in Napoli e comincia a spedire in Sicilia. Nell'esposizione del 1836 è stata onorata della quarta medaglia.
   La fabbrica di cremor di tartaro da 40 anni fu stabilita in Teramo dal sommo chimico sig. Comi, mentre non ve ne era alcuna in regno; tanto vero che i fratelli Migliorati di Napoli avendone una introdotta nella capitale circa 20 anni or sono, ottennero una privativa. Lo stesso Comi ne fondò altre tre fabbriche in Giulia, in Popoli ed in Grotte a mare, nello stato romano. Successivamente si sono stabilite da altri due nuove officine in Giulia, una in Atri ed una in Campii. Il cremore si spedisce all'estero, per Ancona o per Napoli, e ci procura vistose somme da materie prima trascurate, o estratte grezze a vii prezzo. Grandissimo utile in oltre ritraggono i fabbricanti dai residui delle materie, sperimentati da pochi anni buoni concimi e molto ricercati, laddove per lo avanti si sperdevano.
   Lo stesso sig. Comi introdusse in Giulia la confezione dell'estratto di liquirizia, sull'esempio di altro più ragguardevole stabilimento fondato in Silvi dal sig. Farina, il quale

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