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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   AET. Vili. Commercio interno ed esterno.
   Non vi ha per l'interno traffico di un paese altro bisogno che quello delle strade, delle fiere e de' mercati; oltre la rimozione degli ostacoli di dogane interne, passi, pedaggi ecc. Questi erano una volta gravi, e contribuivano non poco alla miseria. Ora son tolti interamente ed i prodotti vanno da un punto all'altro dal Eegno senza la menoma vessazione. Le fiere per lo avanti rare tra noi erano privilegi ottenuti a somma grazia dai sovrani, con maggiore o minore esenzione dai dazi, o eraii sorte da riunioni di consuetudine alle feste delle chiese. Oggi la bontà del He non nega a verun paese il permesso di nuove fiere, salvo di sentirsi i vicini nell'interesse loro per fiere antiche. Ogni comune le ha perciò duplicate e triplicate collo scopo di procurarsi tanti giorni di gran consuino ed un cespite per la Éassa sulle gabelle che riscuote. Son esse utili certamente, perché avvicinano in un dato punto i diversi produttori agli svariati consumatori d'ogni genere di merci, manifatture estere, nostrali, animali e commestibili. Ivi tutto si porta e tutto si compra, particolarmente dalla gran massa del popolo. Inoltre tali ragunanze sono un gran mezzo sociale. In esse gli amici si rivedono, i contratti si stringono, le commessioni si danno, e tutto finisce con liete e rumorose colazioni. Dicasi lo stesso de' mercati, che sono fiere ebdomadarie in piccolo. Eppure è bisognato sentire che fiere e mercati sieno indizi di poca civilizzazione. La costante fallacia di taluni moderni consiste nel confondere ricchezze e civiltà in

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