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la profittante. Ma ben ciò si osserva nella guerra morale mossa da vari scrittori inglesi ai poveri. Si sono aperte colà tante case di lavoro, tante casse di risparmio, sul principio che le persone più acconce a sovvenire i miseri sieno i miseri loro simili. Si è giunto a predicare non il celibato ma il ritegno morale, in forza di cui si è preteso che i poveri si astenessero dal matrimonio, onde non mol-tiplicar meschini, che poi toglierebbero troppo ai ricchi. Continue spedizioni di gente e di malfattori alle immense e ricche colonie, ed altri infiniti mezzi adoperati per distruggere la mendicità non han potuto rimpiazzar le sante industrie della re]igione cattolica; ed i bisognosi, i quali vivono sulla tass,a pei poveri, si calcolano da Moureau de Jones, citato dal sig. Eotondo p. 78, il quinto della popolazione. Nella ripchissima Londra è tale la folla de' miserabili i quali vanno a ricoverarsi ogni notte in due grandi alberghi, che ivi in sale immense sono stivati in file, in guisa che i piedi dei collocati nella prima tocchino le teste dei situati nella seconda, e così in seguito. E contuttociò i giornali han riferito che molti si sono trovati morti di freddo e di fame nelle strade di quella città, durante il cadente inverno 1837.
Intanto lo spirito di ostilità per gl'infelici passò la Manica, e s'impose negli autori francesi, de' quali si vede con pena propagato ad italiani non calcolanti le nostre dif-ferentissime circostanze. Come mai però uno scrittore così saggio come il sig. Eotondo ha potuto inserire nella sua giudiziosissima opera un trattato di certo Melon, il quale caratterizza « il mestiere di mendicare scuola di ladronecci, « alla quale null'altro manca se non un capo, si moltiplica « e si perpetua di padre in figlio, quasi a titolo di succes-« sioue, perciocché i mendicanti succedonsi veramente gli « uni agli altri in alcuni fissati posti di una raccolta di « limosina più. abbondante ». Che un francese abbia scritto così, ciò è una prova di quanto ho detto. Ma che un uomo sensato applichi al Eegno delle Sicilie simili esagerazioni, ciò non deve attribuirsi che a quella venerazione di quanto vjen da Francia, la quale impone ai letterati come alle mo-