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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   AETICOLO IL
   i
   Scelta delle piantagioni e modo di eseguirle.
   Si debbono preferire gli alberi detti lineari i quali naturalmente o artificialmente formano fusti alti e dritti. Tali sono fra i sempre verdi i pini, gli abeti, i cipressi, le tuje, i lauri, i Unterai (ramiws alatermus) le filliree di tre specie indigene, gli elei ecc. e tra quelli a foglie caduche i pioppi diversi, gli olmi, i faggi, i bagolari (favarisci), i tigli, i cerri, gli aceri, i castagni e simili, oltre gli esotici; scegliendo ciascuno quei generi i quali si confanno al terreno. Pon-gansi ne' luoghi altissimi gli abeti, più sotto i cerri, gli aceri ed i faggi, e scendendo: le querce, i castagni, i tigli, i bagolari, diversi pini; nelle basse colline e pianure: i pinocchi, i cipressi, i lauri, gli olmi, i pioppi, e sulle spiaggie del mare i pini marittimi e gli alepensi. Non si creda però che tali più favorevoli posizioni sieno esclusive, potendo l'abete vivere nelle marine al gran sole, come ne ho fatta la pruova, ed ho veduto in Napoli un castagno confondere la ceppaja con un grosso limone. Al più si può stabilire che possano le piante vegetanti in fredde alture scendere in più dolce clima, ma non possono risalire quelle di basse, e temperate stazioni E quale sarà la qualità della terra propria per ciascuna specie? Se si eccettuano i vari pioppi, i platani, i salici e gli ontani, i quali amano fondi acquitrinosi, tutti gli altri vogliono terreno profondo, soffice, grasso ed egualmente lontano troppo umido e dalla soverchia secchezza. Solo ho visto prosperare ne' terreni forti ed argillosi l'olmo, il pioppo bianco ed il frassino, Le querce vi

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