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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   DI PANCRAZIO PALMA 467
   Yasclepiade incarnata, le giorgine o dalie. Tutto ciò è naturale e proviene dalle diverse latitudini. Ma siccome i dotti travagliano (e tra questi il eh. signor Tenore) ad una geografia botanica, sarebbe opera delle società economiche il numerare le specie che allignano in ciascuna contrada ed esposizione, sì indigene che coltivate o acclimate, e contribuire alla generale opera sudetta; la quale, io credo, riuscirebbe sommamente vantaggiosa e dilettevole, quando tralasciandosi la moltitudine di piante inutili, delle più. usate, caratteristiche e riconoscibili s'intrattenesse.
   E quale sarà il tempo pili proprio alla piantagione? Non vi può esser regola generale, ma ognuno dee regolarsi col clima, colla stagione, colle meteore, col terreno. In sostanza giova piantare gli alberi a foglie caduche dall'epoca dello spogllamento sino al rigonfio de bottoni; i sempreverdi al cader delle vecchie, foglie sul finir dell'inverno. Nei terreni sciolti ed asciutti anticipare, ne' forti ed umidi ritardare. E la luna dovrà consultarsi? No. Ma qualora volesse convenirsi che qualche influenza la luce notturna avesse sulla vegetazione, possiamo conchiudere che l'umore vegetale sia più fluente e più attivo a luna crescente. Ma se noi piantiamo gli alberi nello stato più inerte, cioè nell'inverno, dovremmo piantare a luna mancante, nella quale potrebbe esservi maggior couceutramento. Al contrario alcuni fra noi sono così gelosi di piantare a luna nuova, che perdono i migliori giorni e talora più settimane per attenderla. Io ho piantato ulivi in qualunque giorno della luna, e non ho potuto notare la minima differenza fra i piantoni posti in diverse lunazioni; sì per lo sviluppo che per la pronta fruttificazione. Al contrario, ammettendo la sudetta teoria, possiamo ritenere che bisognando tagliare i legnami nel massimo restringimento dell'umor vegetale, debba preferirsi, unitamente ad altre circostanze più essenziali, la luna scema: J) viceversa per gl'innesti, ne' quali dobbiamo
   ]) Quelli che ammettono l'influenza sebbene minima della luce lunare sulla diversa consistenza de' legnami riportano un fatto osservato in alcune contrade dell'India, ove pel continuo calore del clima gli alberi sono in upa

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