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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ARTICOLO III. Potagione.
   È questa Parte di guidare un albero perché nel suo crescimento prenda e conservi una data forma, secondo la sua natura ed il genere di utile che se ne vuole ritrarre. Tali forme sogliono essere a linea perpendicolare, a sfera, a vaso, a capitozzo, a pennacchio, a spalliera, a cespuglio, a siepe, ad albero nano. Non basta che un potatore sappia tagliare, ma gli occorre conoscere le leggi della vegetazione.
   Il più rozzo villano sa che ogni pianta trae dal suolo per mezzo delle radici il succo con cui crescere e fruttificare, ma pochi conoscono, che oltre di questo e più di questo, i vegetabili attirano alimento dall'atmosfera per mezzo delle foglie. Chiedendo perdono ai dotti, parlo qui' ai rustici onde persuaderli di questa importante verità base delle regole del taglio. Quindi invece di qui riferire le teoriche della vegetazione, che facil mi sarebbe estrarre da' libri, procuro di persuadere con pratiche osservazioni ovvie e triviali.
   Perché mai gli oppi che noi diamo per sostegni alle viti, dopo 100 anni di esistenza non acquistano il diametro di mezzo palmo, mentre altri abbandonati a loro stessi in 20 o 30 anni s'ingrossano al doppio o triplo? Perché mai la vite regolarmente in ogni anno potata, dopo 100 anni, storta e tisica, ha appena la grossezza di un polso, mentre altra, lasciata rampicare su di alte pergole, di alberi o muri, è doppia, liscia, florida? E perché i tralci delle viti spuntati sono esili e con occhi meschini in paragone de' steli lasciati crescere insieme con i laterali, che al finir d'autunno si

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