Dt PAfrCKAZIO PALMA
meno fratti avrete. Ohe se di questi avete brama, permettete che meno alto si apra il palco de' rami. Una volta però formato, sia inviolabile. Solo va bene recidere i ramoscelli che van nascendo su pel tronco e pe' rami maestri, i quali deviano il succo de' naturali meati, affamano e fan languire i rami fruttiferi. Ed è questa una regola generale di non permettere rigogli sorti dal tronco o da' rami vecchi, ma costringer si deve l'albero a crescer progressivamente mediante l'annuo costante sviluppo de' bottoni terminali. Dopo tali rigetti anormali si possono recider quelli che sebbene nati regolarmente, pendono troppo sul suolo; mozzandoli però verso le estremità, e non mai togliere con essi o per essi alcun ramo considerevole.
Gli alberi da frutto o si piantano scapezzati, come l'ulivo, il gelso ec. o tali si riducono coll'innes-to. Sebbene' gli agronomi vogliano che questo facciasi nel vivajo, pure io preferisco pel frutti-da seme, d'inserirli dopo appigliati al posto e quando hanno un diametro di due once circa, essendo dannoso inserire gli stipiti più grossi. Per quei da nocciolo convengo che sia meglio innestarli ad occhio nel piantonajo. Eipreso il nesto e cresciuti i germogli, giova lasciarne due soli, uno, per parte, affilando a sbieco tutto il piano del legno non occupato dal bottone delle marze, onde questo non ricopra un legno pili secco, ciò che farebbe presto perire la pianta. E quando un solo getto vi fosse, va questo spuntato a discreta altezza, nel sito ove due occhi sieno rivolti uno o dritta e l'altro a sinistra, onde costringerlo a dividersi in due. Similmente operando sui nuovi rami si suddivida ciascuno in due, e si procuri di dare alla pianta la forma di un vaso, la più propria per la durata dell' albero, e per l'eguale maturazione dei frutti. Ohe se qualche ramo tenta di sollevarsi a danno degli altri, si mozzi tanto più basso quanto maggior vigore dimostra. Lasciando nel tempo stesso intatti i rami più esili, riprenderanno forza e verrà ristabilito l'equilibrio. Formata così la testa dell'alberetto non più si tocchi, meno che per carie; e la potagione degli anni seguenti si riduca a togliere i succhioni, qualche rametto secco e qualunque getto uscito